Metà degli oltre 47.500 bambini uccisi/mutilati sono causati da Armi Esplosive

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AgenPress. Tra il 2018 e il 2022, le armi esplosive sono state responsabili di circa metà – 49,8% – degli oltre 47.500 casi di bambini uccisi e mutilati verificati dalle Nazioni Unite in più di 24 zone di conflitto a livello globale. La grande maggioranza dei casi è avvenuta in aree popolate.

L’utilizzo di Armi Esplosive in Aree Popolate (EWIPA – Explosive Weapons in Populated Areas) rappresenta una minaccia immensa per i bambini nel mondo. Con l’incremento di guerre urbane, l’uso di armi progettate per i campi di battaglia è una realtà comune in città, paesi, villaggi e aree popolate, con conseguenze devastanti sulle popolazioni di giovani. Nei cinque anni fino al 2022, le armi esplosive hanno ucciso o seriamente ferito quasi il doppio dei bambini uccisi o feriti da colpi d’arma da fuoco e altre armi.

“Le prove sono inconfutabili: quando le armi esplosive vengono usate in aree popolate, i bambini soffrono profondamente, non solo fisicamente ma in ogni aspetto della loro vita”, ha dichiarato Ted Chaiban, Vice Direttore Generale dell’UNICEF. “Il fatto che l’uso di armi esplosive sia all’origine della metà di tutte le vittime fra i bambini non solo ricorda l’impatto catastrofico e le terribili conseguenze per i bambini, ma mostra anche i progressi che potrebbero essere compiuti con un’azione significativa per impedirne l’uso nelle aree popolate”.

L’incontro questa settimana ad Oslo, in Norvegia, in occasione della prima conferenza di aggiornamento sulla Dichiarazione Politica dell’utilizzo di Armi Esplosive in Aree Popolate, che è stata adottata a Dublino nel novembre 2022, fornisce un’opportunità cruciale per proteggere meglio i bambini, le loro famiglie e le comunità da conflitti armati. Approvata da 85 paesi, la Dichiarazione impegna gli Stati ad adottare misure per evitare danni civili quando vengono condotte operazioni militari in aree popolate.

“Migliaia di giovani vite vengono bruscamente interrotte o alterate per sempre ogni anno”, ha proseguito Chaiban. “Oltre le ferite e le cicatrici fisiche dei bambini – spesso meno visibili – i bambini subiscono ulteriori impatti psicologici, formativi e sociali, spesso meno visibili, che possono persistere per tutta la vita, creando cicli di difficoltà e sofferenza”.

Oltre alle ferite dirette, l’uso di armi esplosive porta a un più ampio degrado sociale, economico e ambientale, compromettendo gravemente l’accesso dei bambini a servizi essenziali come l’assistenza sanitaria, l’istruzione e l’acqua potabile. La distruzione delle infrastrutture necessarie alla sopravvivenza e al benessere ha conseguenze a lungo termine sullo sviluppo dei bambini e sulla salute della comunità in generale.

L’UNICEF sta attivamente lavorando sul campo in zone di conflitto per alleviare questi impatti, distribuendo aiuti essenziali e supporto ai bambini più a rischio. Tuttavia, tutto ciò può arrivare solo fino a un certo punto e la prevenzione è un aspetto cruciale per garantire la protezione di tutti i bambini, che richiede una risposta internazionale solida e sostenuta.

L’UNICEF chiede che:

  • Tutte le parti in conflitto e coloro che possono esercitare un’influenza proteggano e assicurino il rispetto dei diritti dei bambini, anche mettendo fine all’uso di armi esplosive in aree popolate;
  • Tutti gli Stati Membri sottoscrivano la Dichiarazione sull’Armi Esplosive in Aree Popolate e chiede agli Stati Membri già firmatari, di identificare e adottare misure militari, politiche e pratiche che riducano i pericoli per i bambini e di condividerle con gli altri paesi;
  • Gli Stati Membri firmatari denuncino l’impatto devastante delle Armi Esplosive in Aree Popolate sui bambini e promuovano la Dichiarazione Politica esortando le parti in guerra nel mondo a cessare l’uso delle Armi Esplosive in Aree Popolate;
  • Gli Stati membri forniscano un sostegno finanziario costante ai programmi e agli interventi che proteggeranno i bambini dalle Armi Esplosive in Aree Popolate, tra cui la sorveglianza delle ferite, la preparazione e la protezione dai conflitti (CPP), la formazione sul rischio degli ordigni esplosivi (EORE), la bonifica e l’assistenza alle vittime;
  • Gli Stati Membri si astengano dal trasferire armi esplosive a parti in guerra che potrebbero usarle contro civili e oggetti civili, in linea con il Trattato sul commercio delle armi;
  • Gli Stati membri, le organizzazioni internazionali e la società civile raccolgano e condividano prove e dati, compreso il monitoraggio delle vittime e la salute mentale, sull’impatto diretto e indiretto delle armi esplosive sui bambini, per sostenere la causa della protezione dell’infanzia.

“L’impegno costante dei leader mondiali e l’attuazione della Dichiarazione sulle Armi Esplosive in Aree Popolate sono fondamentali per invertire la tendenza contro l’uso di armi esplosive nelle aree popolate”, ha dichiarato Chaiban. “La comunità internazionale continua ad assistere agli indicibili danni causati da queste armi e noi dobbiamo intraprendere un’azione decisiva per proteggere le nostre generazioni future. Il costo dell’inazione è troppo alto: un prezzo pagato dai nostri bambini”.

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