Fa discutere la versione rimaneggiata del Canto degli Italiani da parte degli insegnanti di un istituto scolastico del Comune di Merate, in provincia di Lecco: ”Siam pronti alla vita” rispetto alla versione originale “Siam pronti alla morte” scritta nell’autunno del 1847 dall’allora ventenne studente e patriota Goffredo Mameli, musicato poco dopo a Torino da Michele Novaro
AgenPress. Non si placano le polemiche per la decisione degli insegnanti dell’Istituto scolastico del Comune di Merate, in provincia di Lecco, di trasformare la versione del Canto degli italiani da “Siam pronti alla morte” in “siam pronti alla vita”. Un testo modificato da far intonare agli alunni nella mattinata di mercoledì 24 aprile, in occasione della cerimonia per il 79esimo anniversario della liberazione.
Sull’argomento è scesa in campo anche la Fondazione insigniti OMRI, ricordando che Costituzione, Inno degli Italiani e Tricolore simboleggiano la Repubblica Italiana.
La polemica sulla versione rimaneggiata de Il Canto degli Italiani conferma – anche attraverso provocazioni non sempre condivisibili – la centralità simbolica del nostro Inno nazionale, che dopo 177 anni mantiene ancora intatta la sua straordinaria forza evocativa. Sostenitrice del ruolo fondamentale dei simboli nazionali nell’educazione civica delle nuove generazioni, la Fondazione Insigniti OMRI, ha avviato una campagna per il riconoscimento della dignità costituzionale all’Inno di Mameli, che si affiancherebbe così al Tricolore in una nuova redazione dell’articolo 12.
“Agli inizi di aprile – spiega il prefetto Francesco Tagliente, Presidente della Fondazione – ho inviato una lettera ai Presidenti dei Gruppi parlamentari del Senato e della Camera, chiedendo loro di farsi parte attiva nell’iniziativa e ricevendo già alcune risposte che lasciano ben sperare. L’Inno nazionale e il Tricolore – ha proseguito Tagliente – sono i simboli più pregnanti dell’Italia repubblicana, i simboli in cui si salda l’identificazione tra la collettività nazionale e lo Stato. Sono i simboli delle libertà conquistate, che hanno accompagnato il cammino del nostro Paese dall’Unità sino al suo approdo nel consesso delle libere Nazioni”.
“La collocazione del Canto degli Italiani tra i principi fondamentali – ha concluso Tagliente – consentirebbe di assimilarlo agli altri pilastri enunciati nella Costituzione e, ci auguriamo, a farlo conoscere e a restituirlo alla sua bellezza originaria che, purtroppo, è stata alterata nel tempo conferendogli un andamento ingessato e militaresco distante anni luce dalla partitura di Michele Novaro”.