Agenpress – “Abbiamo atteso più di due mesi per potere indossare ancora, in aula, la nostra toga. Per contribuire a fornire al nostro Paese un servizio essenziale: la Giustizia. Una visione miope e timorosa impedisce, ancora oggi, una effettiva ripresa”
Lo dice la Camera Penale di Roma, e oggi i penalisti, protestando a Piazzale Clodio, hanno consegnato la toga nella mano del presidente del consiglio dell’ordine degli avvocati, Antonio Galletti, per protestare sulla situazione dei tribunali a Roma e in Italia dopo l’emergenza coronavirus.
“E’ una protesta per noi molto significativa, nello scrollarci di dosso la nostra seconda pelle che è la toga e che io per esempio porto da 25 anni – afferma Cesare Placanica, presidente della Camera penale di Roma -. Non è più tollerabile che un servizio essenziale per il Paese come la giustizia ancora non sia ripartito.
Auspichiamo che si metta mano a un provvedimento che possa stabilire i criteri per la ripartenza, per quali tipi di reati, quali siano le condizioni di sicurezza accettabili, in modo da consentire al Paese di ripartire. L’Italia non può più fare a meno della mancanza di una funzione essenziale che è quella della giustizia”.
Galletti, dal canto suo afferma, che gli avvocati stanno rispettando “le distanze sociali, abbiamo le mascherine e tutti i presidi sanitari, ma vogliamo che la macchina della giustizia riparta. I cittadini non possono avere rinvii di un anno o di 6 mesi ma hanno bisogno di una risposta della giustizia in tempi europei”.
A nulla sono serviti i nostri solleciti che denunciavano una vera e propria “rottamazione” di tantissimi processi, la mancanza di chiarezza sui criteri di scelta delle poche cause da trattare e le riaperture degli uffici.
L’unico modo che abbiamo per rendere pubblica questa incredibile situazione è quella di scollarci la nostra seconda pelle: la toga. Oggi inutile e inutilizzata, per consegnarla alla custodia temporanea di chi ce l’ha affidata, l’Avvocatura.