AgenPress. Tutto parte formalmente dallo scorso 28 e 29 gennaio, quando, non a caso, come prima iniziativa della Presidenza italiana del G7 – che è iniziata per appunto il primo gennaio di quest’anno – abbiamo voluto convocare a Roma il Vertice Italia-Africa.
Al Vertice Italia-Africa hanno partecipato circa 46 Nazioni africane, la maggior parte delle quali a livello di Capi di Stato e di Governo, i vertici delle massime Istituzioni europee, delle Istituzioni internazionali, delle istituzioni finanziarie, delle Banche multilaterali di sviluppo. È stato, senza timore di smentita, un grande successo italiano, una iniziativa che non ha precedenti nella centralità dei rapporti italiani con il continente africano.
Ma non lo dico perché noi ci si possa lodare dei nostri successi, lo dico per segnalare a me stessa e a ciascuno di noi, che quella partecipazione in quella Conferenza era una enorme apertura di credito nei confronti dell’Italia. E quando qualcuno ti apre un credito ci sono solo due possibilità: o che lo confermi o che deludi quella aspettativa. Allora, che cosa secondo me significava quella apertura di credito?
Quella apertura di credito significava che i tanti leader africani, che molto spesso non partecipano a queste iniziative o che partecipano considerandole una sorta di pro forma, hanno intravisto nel nostro approccio delle innovazioni.