“41 bus”, agevolare il trasporto alle famiglie che hanno un parente in carcere

AgenPress. “41 bus” è l’idea di Bruno Palamara, ex detenuto, oggi titolare dell’impresa interamente dedicata ai familiari che hanno un parente recluso, spesso lontano da casa. Un modo per agevolare il trasporto per i colloqui e un’offerta di sostegno psicologico a distanza.

“Quando ero in carcere la mia vita non la portavo avanti come si fa fuori, cioè giorno dopo giorno, bensì colloquio dopo colloquio, spesso separati da un intervallo di tempo che sembrava interminabile”, ricorda Bruno Palamara.

Mi rendevo conto che in carcere i problemi erano tanti, ma sentivo che dovevo concentrarmi sul risolverne uno per volta; se solo ne avessi risolto uno, sarei stato utile e la mia vita sarebbe cambiata”.

E così, una volta fuori, ho dato vita a “41 bus”, una startup che ha visto la luce nell’estate scorsa e che offre a prezzi calmierati pacchetti di trasporto attraverso bus navetta dalle stazioni ferroviarie e dagli aeroporti ai principali istituti di pena della Lombardia.

“Non ce la facevo più a vedere le famiglie che spendevano tanti soldi per prendere a noleggio auto con conducenti, e soprattutto i bambini costretti a viaggi estenuanti solo per incontrare il papà o la mamma. Non era giusto”. Così il servizio ha iniziato a collegare la casa di reclusione di Milano Opera e la casa circondariale di Voghera, ma il progetto è quello di espandersi in tutta Italia.

“Quando è partito il primo autobus mi sono emozionato. Mi sentivo soddisfatto, certo di aver fatto una cosa importante e l’affetto dei parenti dei detenuti ne è stato la conferma”.

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