AgenPress. Il Consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio su un regolamento volto a prevenire la dispersione nell’ambiente di pellet di plastica, le materie prime industriali utilizzate per realizzare prodotti in plastica. Le nuove norme contribuiranno a migliorare la gestione dei pellet di plastica in tutte le fasi della catena di approvvigionamento, sia via terra che via mare.
In base alle nuove norme, la prevenzione delle perdite di pellet di plastica sarà l’obiettivo principale per gli operatori e i trasportatori UE ed extra-UE . Un quadro normativo chiaro stabilisce gli obblighi in caso di perdite accidentali, concentrandosi sulle operazioni di bonifica. Un insieme chiaro di misure sarà incluso in un piano di gestione del rischio, predisposto da ogni impianto che tratta pellet. Tali misure riguarderanno, tra l’altro, l’imballaggio, il carico e lo scarico, la formazione del personale e le attrezzature necessarie.
Per garantire parità di condizioni tra i trasportatori dell’UE e quelli extra-UE e garantire responsabilità e trasparenza a tutti i trasportatori di pellet di plastica, i trasportatori extra-UE dovranno designare un rappresentante autorizzato nell’UE.
In linea con gli obiettivi di semplificazione per le imprese più piccole e riflettendo l’approccio del Consiglio, l’accordo provvisorio trova un equilibrio tra un elevato livello di tutela ambientale e requisiti aziendali adeguati alle loro diverse dimensioni. In questo senso, gli operatori che gestiscono oltre 1.500 tonnellate di pellet di plastica all’anno dovranno ottenere un certificato rilasciato da un ente terzo indipendente. Le piccole imprese che gestiscono anch’esse oltre 1.500 tonnellate all’anno beneficeranno di obblighi più leggeri, come una certificazione una tantum da effettuare entro 5 anni dall’entrata in vigore. Infine, le imprese che gestiscono meno di 1.500 tonnellate all’anno e le microimprese dovranno semplicemente rilasciare un’autodichiarazione di conformità.
La persistenza di un pellet di plastica in un ambiente acquatico può essere misurata per decenni o più, poiché i pellet di plastica non sono biodegradabili. Inoltre, il trasporto marittimo ha rappresentato circa il 38% di tutti i pellet trasportati nell’UE nel 2022.
Pertanto, i colegislatori hanno anche concordato di stabilire obblighi per il trasporto di pellet di plastica via mare (in container), tra cui garantire un imballaggio di buona qualità e fornire informazioni relative al trasporto e al carico, seguendo le linee guida dell’Organizzazione marittima internazionale.
L’accordo provvisorio dovrà ora essere approvato dal Consiglio e dal Parlamento. Sarà quindi formalmente adottato da entrambe le istituzioni, previa revisione giuridico-linguistica, e pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’UE. Il regolamento entrerà in vigore due anni dopo la pubblicazione. Per agevolare la conformità nel settore marittimo, i colegislatori hanno concordato di rinviare di un anno l’applicazione delle norme pertinenti (rispetto alle restanti norme stabilite nel regolamento).
Si stima che nel 2019 nell’UE siano state disperse nell’ambiente tra 52.140 e 184.290 tonnellate di pellet. Le perdite di pellet possono verificarsi in diverse fasi della catena del valore . Attualmente, nessuna normativa UE disciplina specificamente le perdite di pellet di plastica, nonostante il loro impatto negativo sull’ambiente, sul clima, sull’economia e potenzialmente sulla salute umana. I pellet di plastica si collocano al terzo posto tra le principali fonti di rilascio accidentale di microplastiche, dopo vernici e pneumatici.