AgenPress – Nel 2024, oltre il 48% del valore dell’export totale italiano risultava indirizzato al di fuori dell’Ue, una quota superiore a quelle tedesca e francese (45% in entrambi i paesi) e a quella spagnola (oltre il 37%). Tra i principali partner dell’Italia, gli Stati Uniti nel 2024 hanno assorbito oltre il 10% delle vendite totali all’estero del nostro paese, (un valore simile a quello della Germania, ma superiore a quello della Francia e della Spagna) e oltre un quinto delle vendite di prodotti italiani destinati ai mercati extra europei.
E’ quanto prevede un’analisi svolta dall’Istat in un focus contenuto nella nota sull’andamento dell’economia.
L’Italia, così come la Germania e in misura minore la Francia, nel 2024 ha registrato un avanzo commerciale nei confronti degli Stati Uniti, fornendo un forte contributo al surplus dell’Unione Europea. Il surplus italiano ha riguardato maggiormente i settori manifatturieri della Meccanica, Alimentare, bevande e tabacco, Tessile, abbigliamento, pelli e accessori e dai Mezzi di trasporto.
Nel 2024, l’Europa ha fornito un contributo negativo alla crescita degli scambi internazionali, penalizzata dalla guerra tra Russia e Ucraina e dalla debolezza dell’economia tedesca. Le esportazioni europee hanno segnato risultati particolarmente negativi nel settore automobilistico e in quelli dei prodotti chimici e farmaceutici che, dopo il
forte aumento degli anni della pandemia di Covid-19, sono tornati ai trend normali. Nel 2025, in base alle stime del WTO, la tendenza negativa dovrebbe invertirsi e l’Europa potrebbe tornare a fornire un contributo positivo all’andamento delle esportazioni e importazioni mondiali di beni in volume.
Sul futuro degli scambi europei pesano tuttavia numerosi rischi al ribasso, tra cui gli attriti commerciali internazionali e la possibile escalation delle tensioni geopolitiche che creerebbero nuovi ostacoli alle catene globali di distribuzione e approvvigionamento. L’uso crescente di politiche industriali “introverse” in molti paesi e gli
orientamenti protezionistici nella politica commerciale, soprattutto degli Stati Uniti, potrebbero, inoltre, influenzare negativamente la crescita del commercio nel breve e medio termine. In questo contesto, uno sguardo al grado di esposizione degli scambi dell’Italia, in termini merceologici e geografici, appare rilevante per comprendere quanto i
provvedimenti di natura tariffaria annunciati dalla nuova amministrazione USA possano incidere sull’andamento dell’export italiano nei prossimi mesi. In questo focus si intende pertanto analizzare la composizione dell’export italiano di beni in due rilevanti mercati extra Ue coinvolti al momento dagli attriti commerciali: gli Stati Uniti e la Cina.