AgenPress. Si sono conclusi il 27 febbraio 2025 i tavoli di approfondimento di “Italian Investment Council 2025” by Remind – l’Associazione delle Buone Pratiche dei Settori Produttivi Italiani – un’importante occasione di confronto tra Pubblico e Privato per promuovere le eccellenze del Made in Italy all’estero, analizzare le sfide e le opportunità legate agli investimenti e allo sviluppo economico sostenibile, sociale e culturale.
Esperti, Imprenditori, Manager, Professionisti Partner di Remind che hanno messo a disposizione esperienze e competenze per delineare insieme alle Istituzioni internazionali, nazionali e locali le Politiche industriali per la crescita dell’Italia, per la sicurezza e il benessere delle persone dove vivono, operano e transitano.
Tra i partecipanti Amadeo Teti, Capo del Dipartimento Mercato e Tutela Ministero delle Imprese e del Made in Italy che ha cosi dichiarato: “Grazie, ringrazio Paolo, Presidente di Remind, per questo invito. Oggi posso portare la mia esperienza quotidiana, visto che si parla di investimenti. Oltre a essere capo dipartimento, sono anche il responsabile dello sportello unico del governo per l’attrazione degli investimenti industriali. Da circa 3-4 anni, a partire dal 2022, abbiamo cercato di cambiare marcia in questa attività.
Perché? Perché c’è stato un episodio: una grande multinazionale era venuta in Italia per fare un investimento di oltre 4 miliardi di euro. Però non riusciva a capire perché dovesse parlare con il sindaco, il governatore, l’ANAS, i ministri e gli assessori. Non riusciva a capire perché non ci fosse un punto di riferimento unico, e chiedeva: “Come mai negli altri paesi si riuniscono intorno a un tavolo e parlano con me?” Così, tra il passaggio di una legislatura e l’altra, nel 2022, abbiamo introdotto alcune norme che hanno sostanzialmente modificato questa situazione.
Da quel momento siamo diventati più attrattivi, in particolare abbiamo voluto facilitare quello che chiamiamo il permitting. Questo perché la maggiore perplessità degli investitori internazionali è sempre legata alla difficoltà di affrontare un sistema amministrativo complesso e, talvolta, lungo. Questo rende l’Italia meno competitiva rispetto ad altri paesi, che nel tempo sono stati più predisposti a favorire gli investimenti.
Abbiamo quindi modificato molte normative per dare maggiore accoglienza agli investitori. La nostra competenza, come dicevo, riguarda gli investimenti industriali, in particolare quelli legati a nuove fabbriche, nuovi investimenti greenfield, brownfield o logistici. In questo campo lo facciamo bene, perché siamo il primo paese del G20 per diversificazione. Prima parlavate di competenze: noi abbiamo competenze in quasi tutti i settori dell’economia e in tutte le verticali, il che ci dà una grande potenzialità di successo.
Esprimo un giudizio positivo, ad esempio, nell’aver risolto la questione del reddito di cittadinanza, che impigriva l’economia e limitava la possibilità di sperimentare e sviluppare competenze. Meglio tornare alle partite IVA e alle imprese, piuttosto che a questo tipo di impigrimento economico.
Normalmente, faccio questo tipo di discorsi all’estero, presentando quanto sia bella l’Italia e quanto siamo bravi a fare queste cose. Oggi però non è necessario, perché la nostra filosofia è sempre la stessa: migliorare il permitting agli investitori, ma coniugandolo con tutte le altre attività che facciamo. Considerate che faccio parte di un ministero che ha competenze molto varie. La cosa importante per noi è portare gli investitori a comprendere gli incentivi disponibili, la nostra strategia industriale, e come, in caso di crisi d’impresa, queste possano rappresentare opportunità. Infatti, come sapete, molte opportunità internazionali sono nate da situazioni di crisi, come nel caso della salvezza di Ilva, Blutec (ex Fiat a Termini Merese) e Fimer, una straordinaria società di Firenze che produce inverter e che è stata acquistata da un fondo inglese che ha comprato anche la McLaren.
Quindi, c’è una grande attenzione a questi tipi di investimenti, che sono sempre diversi l’uno dall’altro. Dobbiamo concentrarci su ciascuno di essi, perché non si tratta di un’attività routinaria. Tant’è che spesso nominiamo dei tutor, colleghi che seguono ogni fase del processo e accompagnano gli investitori quando necessario. Questo crea grande fiducia, perché sanno che il governo li supporta anche personalmente e fisicamente.
Un altro fattore importante è che, come dicevi prima Paolo, non possiamo fare tutto da soli. Facciamo parte di un grande sistema amministrativo e lavoriamo principalmente con le regioni. Ogni investimento, anche se passa da noi, finisce comunque su un territorio. Pertanto, collaborare con le regioni è fondamentale. Abbiamo ottimi rapporti con tutte e 21 le regioni, molte delle quali hanno già uffici dedicati all’attrazione degli investimenti.
Infine, volevo ricordare quanto detto dal Ministro Urso: nel 2024, grazie anche al lavoro del sistema che stiamo costruendo, l’Italia ha ottenuto un risultato straordinario. È il primo paese in Europa per investimenti greenfield, con 35,5 miliardi di euro, il 70% in più rispetto al 2023.
E non sto parlando di investimenti annunciati, ma di investimenti realizzati, quindi di capex vero. Questo, a mio avviso, è molto importante, anche perché facciamo parte di un governo stabile, che offre grande certezza agli investitori stranieri. Come diceva il Ministro Urso e anche il sindaco dell’Aquila parlando del premierato, credo che questo governo stia dando una risposta fortissima, riportando l’Italia in auge, forse storicamente per la prima volta dopo tanti anni”.