AgenPress. Si sono conclusi il 27 febbraio 2025 i tavoli di approfondimento di “Italian Investment Council 2025” by Remind – l’Associazione delle Buone Pratiche dei Settori Produttivi Italiani – un’importante occasione di confronto tra Pubblico e Privato per promuovere le eccellenze del Made in Italy all’estero, analizzare le sfide e le opportunità legate agli investimenti e allo sviluppo economico sostenibile, sociale e culturale.
Esperti, Imprenditori, Manager, Professionisti Partner di Remind che hanno messo a disposizione esperienze e competenze per delineare insieme alle Istituzioni internazionali, nazionali e locali le Politiche industriali per la crescita dell’Italia, per la sicurezza e il benessere delle persone dove vivono, operano e transitano.
Tra i partecipanti Antonella Sberna, Vicepresidente del Parlamento Europeo che ha cosi dichiarato: “Buongiorno a tutti, gentili partecipanti, gentili organizzatori. È per me davvero un grande piacere potervi rivolgere questo saluto in occasione dell’Italian Investment Council 2025, un appuntamento che riunisce le migliori energie del mondo istituzionale, economico, imprenditoriale, per un confronto concreto sulle sfide e le opportunità per gli investimenti in Italia.
Ringrazio Remind e il suo Presidente Paolo Crisafi, come sempre, per l’organizzazione di questo evento e di questo momento e tutti i partecipanti che oggi contribuiranno a questa discussione con la loro esperienza e la loro competenza.
Ci tenevo particolarmente a condividere con voi alcune riflessioni sulle grandi questioni europee che stanno influenzando la capacità dell’Italia di attrarre investimenti e di crescere in un contesto globale sempre più complesso e competitivo.
Viviamo in un momento di grandi cambiamenti, il contesto economico e anche quello geopolitico in cui ci troviamo è segnato da nuove sfide, ma anche da grandi opportunità. Ritengo sia un momento complesso ma che può dare sicuramente opportunità.
Negli ultimi anni l’Italia ha mostrato una straordinaria capacità di resistenza e di ripresa dimostrando anche la forza del nostro tessuto produttivo e la qualità del nostro Made in Italy. Tuttavia, per mantenere questo slancio e consolidare il nostro ruolo nell’economia globale, abbiamo bisogno di un quadro normativo più stabile di incentivi mirati e di politiche industriali ed economiche che sostengano la competitività delle nostre imprese chiaramente a livello europeo.
Dobbiamo essere consapevoli che la concorrenza non è più soltanto interna all’Europa ma è globale. E mentre gli Stati Uniti e la Cina continuano ad attrarre investimenti con politiche fiscali e industriali molto forti, l’Europa è chiamata a rispondere con strumenti adeguati capaci di rilanciare il mercato interno e di attrarre capitali e soprattutto innovazione.
In questo contesto il Parlamento europeo ha un ruolo centrale nel definire le strategie economiche e nel sostenere il tessuto produttivo dei singoli Stati membri. È il luogo in cui vengono prese decisioni fondamentali per garantire che le imprese europee possano competere ad armi pari con i grandi blocchi economici globali e dove possiamo lavorare per semplificare le regole e migliorare l’accesso ai fondi e agli incentivi. Proprio in questo contesto che si inseriscono le nuove strategie europee come la bussola della competitività e la Vision for Agriculture and Food: due iniziative che possono avere un impatto significativo e anche importante per il nostro paese.
La bussola della competitività, presentata recentemente dalla Commissione europea, rappresenta una presa di coscienza. L’Europa rischia di perdere terreno rispetto ai principali competitor globali e per questo è necessario un nuovo approccio per rafforzare il nostro sistema industriale, il nostro sistema produttivo.
Questa strategia si fonda su quattro pilastri fondamentali, come avrete visto, e cioè: gli investimenti e l’accesso ai capitali, con cui dobbiamo garantire alle nostre imprese strumenti finanziari adeguati con procedure snelle, tempi certi per accedere ai fondi europei e nazionali, sostenendo in particolare le piccole e medie imprese che rappresentano il cuore in Italia, soprattutto della nostra economia. E’ necessario incentivare l’aggregazione e l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese affinché possano crescere e competere sui mercati globali. Il secondo pilastro è l’innovazione e la digitalizzazione: io ritengo che il futuro dell’economia passa dalla tecnologia. Dobbiamo colmare il divario digitale, favorire l’adozione di nuove tecnologie e dell’intelligenza artificiale anche nella manifattura avanzata. L’autonomia strategica dell’Europa: le recenti crisi hanno dimostrato quanto sia fondamentale ridurre la dipendenza dai paesi terzi per le materie prime e per le tecnologie chiave. Non da ultimo le competenze e la formazione. Senza persone qualificate non può esserci innovazione. Dobbiamo investire nella formazione soprattutto per le nuove generazioni e incentivare la partecipazione delle donne nei settori scientifici e tecnologici. L’Italia ha una normativa in questo, ha istituito una giornata importante.
Per l’Italia questa bussola rappresenta un’opportunità per ripensare le nostre strategie industriali e renderci più attrattivi per gli investimenti, ma per coglierla fino in fondo serve un lavoro tra istituzioni e imprese. Noi siamo in attesa di questi provvedimenti per discuterli e, se necessario, per correggerli, perché le intenzioni della Commissione chiaramente sono condivisibili, ma poi vogliamo vedere l’attuazione pratica, se veramente questa sarà una bussola che favorirà la competitività.
La scorsa settimana a Bruxelles i commissari Raffaele Fitto e Christophe Hansen hanno invece presentato la visione per l’agricoltura e l’alimentazione, un documento strategico che vuole dare un nuovo impulso al settore agricolo europeo.
L’obiettivo è chiaro: rendere l’agricoltura europea più resiliente, più equa e orientata al futuro, affrontando le sfide globali come la sicurezza alimentare, la concorrenza internazionale e la transizione ecologica. È un tema che secondo gli ultimi dati di Eurobarometro è particolarmente sentito dai cittadini europei, i quali ritengono fondamentale garantire un approvvigionamento alimentare stabile e in ogni momento.
L’agricoltura è una colonna portante della nostra economia. L’Italia, sapete, è leader mondiale per la qualità e la sicurezza alimentare, con prodotti che rappresentano eccellenze riconosciute ovunque. Ma il settore agricolo sta affrontando sfide complesse e noi dobbiamo assicurarci che le regole europee non penalizzino questo settore e che gli agricoltori italiani possano competere ad armi pari con i loro colleghi europei ma soprattutto extra europei.
Parlare di crescita economica significa anche valorizzare le buone pratiche del settore pubblico e quelle del settore privato. L’Italia vanta esperienze di eccellenza che devono essere riconosciute e promosse, a livello europeo e internazionale, per creare un ecosistema favorevole agli investimenti e favorire un confronto virtuoso fra i diversi modelli di sviluppo.
Non possiamo, vado a conclusione, dimenticare che l’Europa non è solo un mercato, ma è una comunità di valori, di relazioni, di identità e lo sviluppo economico deve andare di pari passo con l’attenzione alla dimensione umana, alla dimensione sociale, così come il rafforzamento delle relazioni con le regioni vicine, dai Balcani occidentali all’Africa. Sono aree strategiche con cui dobbiamo costruire partenariati, non solo in termini commerciali ma anche in un’ottica di stabilità e di sviluppo condiviso.
L’Italia ha tutto e il governo sta facendo tantissimo. Per essere protagonista di questa fase di crescita europea abbiamo il know-how, le imprese, l’ingegno, il talento, ma per fare la differenza dobbiamo lavorare insieme, quindi istituzioni, imprese, professionisti, mondo della ricerca. Dobbiamo essere capaci ancora una volta. di trasformare le grandi strategie europee più o meno calzanti rispetto ai contesti economici in opportunità per il nostro paese, creare un ambiente più favorevole agli investimenti, semplificare le regole, non mi stancherò mai di dirlo, ridurre i tempi della burocrazia. e incentivare chi vuole scommettere sui nostri territori.
L’Italian Investment Council è un’occasione preziosa per mettere a confronto le idee, le esperienze, le strategie. Sono certa che da questa giornata usciranno proposte concrete per rendere l’Italia ancora più forte, attrattiva e competitiva. Quindi vi ringrazio per la vostra attenzione, ma nonostante non potessi essere presente, avevo piacere e ringrazio Paolo Crisafi per il suo invito. Ci teniamo veramente a portarvi il nostro punto di vista e a chiaramente ricordarvi che le istituzioni europee sono in prima linea, gli eurodeputati sono a disposizione del Sistema Italia per lavorare sempre più e meglio nell’interesse della nostra Italia all’interno di un contesto europeo che in questa legislatura può e deve fare la differenza. Grazie e buon lavoro a tutti”