AgenPress. I dazi varati dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e attualmente sospesi per un periodo di 30 giorni, rischiano di causare a regime un effetto domino su tutto il comparto dell’automotive, con ripercussioni dirette anche sulle autovetture e sulla componenistica commercializzati in Italia. Lo denuncia Federcarrozzieri, l’associazione delle autocarrozzerie italiane, che ha elaborato alcune proiezioni sulle possibili ricadute delle nuove imposte sulle merci studiate dal governo americano.
Anche nel caso in cui i dazi non dovessero essere imposti all’Europa, ma solo nei confronti di Messico e Canada, le case automobilistiche di tutto il mondo subirebbero un duro impatto in termini di mancati profitti e perdite economiche – spiega Federcarrozzieri – Questo perché sono molteplici i marchi che producono automobili nei due paesi colpiti da Trump: Volkswagen, Audi, Bmw, Stellantis, Honda, Hyundai, Kia, Mazda, Toyota, Nissan. Il Messico, dove si producono ogni anno 3,5 milioni di autovetture, è il più grande paese di origine per le auto vendute dal gruppo Volkswagen negli Usa (il 44% delle vendite totali nel 2024), e il secondo per le auto destinate agli Usa di Stellantis (40% tra Canada e Messico), Nissan (31%), Mazda (23%), Honda (13%). Per questo gli analisti, considerato anche il numero di vetture vendute ogni anno negli Usa dai singoli marchi, stimano che per Volkswagen circa 8 miliardi di euro di ricavi saranno influenzati dai nuovi dazi voluti da Trump, mentre per Stellantis la cifra sale a 16 miliardi, con una riduzione media degli utili per le casee automobilistiche tra il -5% e il -15%.
Ad essere colpita anche tutta la filiera della componentistica – rivela Federcarrozzieri – I dazi si applicherebbero infatti anche a airbag e cinture di sicurezza (prodotti da Autoliv), pneumatici (Michelin e Pirelli), sedili (Yanfeng), freni (Brembo), componenti per motori elettrici (Eurogroup Laminations).
La conseguenza diretta per i cittadini sarebbe un rialzo dei prezzi di mercato di tutto il comparto auto, dai veicoli nuovi ai pezzi di ricambio. Federcarrozzieri ha elaborato delle proiezioni sull’entità degli impatti economici dei dazi. Ipotizzando un rincaro dei listini delle auto del 10%, i prezzi dei modelli base più venduti in Italia subirebbero le seguenti variazioni:
Fiat Panda (ibrida) + 1.595 euro
Jeep Avenger (benzina) +2.475 euro
Citroen C3 (benzina) + 1.524 euro
Toyota Yaris Cross (ibrida) + 2.865 euro
Peugeot 208 (ibrida) +2.422 euro
Toyota Yaris (ibrida) +2.455 euro
Lancia Ypsilon (ibrida) +2-390 euro
Volkswagen T-Roc (benzina) +3.035 euro
“Nel 2024 il prezzo medio di una autovettura si è attestato in Italia a 30.096 euro, con una crescita enorme del +43% rispetto al periodo pre-covid (21mila euro nel 2019) – afferma il presidente di Federcarrozzieri, Davide Galli – I dazi rischiano di determinare a livello globale una nuova impennata dei listini delle auto, che nel 2025 potrebbero salire in media di 2.500/3.000 euro rispetto ai prezzi attuali come conseguenza delle politiche commerciali protezionistiche degli Usa che si ripercuoterebbero non solo su Messico, Canada o Cina, ma sull’intera filiera mondiale dell’automotive”.