AgenPress. Le associazioni AMSI (Associazione Medici di Origine Straniera in Italia), UMEM (Unione Medica Euromediterranea), Co-mai (Comunità del Mondo Arabo in Italia) e il Movimento Internazionale UNITI PER UNIRE esprimono piena solidarietà alla donna tunisina aggredita a Foligno, vittima di un atto di violenza ingiustificato. A seguito dell’incidente, le associazioni hanno chiesto che la magistratura faccia piena luce sui fatti e che vengano adottate tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza di chi, come la signora aggredita, vive e lavora nel nostro Paese. Questo episodio, che ha avuto un forte impatto sulla comunità tunisina e su tutta la cittadinanza, solleva interrogativi urgenti circa la sicurezza e il rispetto dei diritti fondamentali degli stranieri e delle donne nel nostro Paese.
Le dichiarazioni della Comunità del mondo arabo in Italia (Co-mai) e del Presidente Prof. Foad Aodi
Il Prof. Foad Aodi, medico, giornalista internazionale ed esperto in salute globale, Direttore dell’AISC (Agenzia Britannica Internazionale Senza Confini), membro del Registro Esperti FNOMCEO e già quattro volte consigliere dell’OMCeO di Roma, nonché docente all’Università di Tor Vergata, in merito alla questione dichiara:
“Quanto accaduto a Foligno è un atto di violenza che non possiamo in alcun modo tollerare. La donna tunisina aggredita è vittima di una violenza che va condannata fermamente. Ogni individuo, a prescindere dalla sua origine, deve essere trattato con rispetto e dignità, e le forze dell’ordine devono fare piena chiarezza su quanto accaduto per garantire giustizia. Non possiamo restare indifferenti davanti a episodi simili, che alimentano l’odio e la divisione nella nostra società. Chiediamo che la politica adotti misure per fermare questa escalation di violenza e discriminazione.”
Aodi e il grave contesto delle discriminazioni in Italia: numeri e statistiche Amsi e Co-mai: “1460 casi di discriminazioni negli ultimi 5 anni condannati e registrati dalle nostre associazioni”
Le discriminazioni nei confronti degli stranieri in Italia sono un fenomeno preoccupante che ha visto un incremento negli ultimi anni. Secondo i dati forniti da AMSI e Co-mai, la discriminazione nei confronti di cittadini stranieri ha registrato un incremento del 35% negli ultimi 5 anni, con particolare attenzione ai professionisti della sanità di origine straniera, alle donne di origine musulmana che indossano il velo e nelle scuole. Sebbene l’Italia non possa essere definita un paese razzista, gli episodi di discriminazione e violenza contro gli stranieri, inclusi i professionisti sanitari di origine straniera, sono in forte aumento.
Un recente studio condotto da AMSI e Co-mai, che raccoglie dati sugli stranieri che lavorano nel settore sanitario, ha evidenziato che, ad esempio, solo nel 2023 sono stati segnalati 323 casi di discriminazione o aggressione ai danni di medici e infermieri e cittadini di origine straniera, con una percentuale di aumento che si aggira attorno al 36% negli ultimi 5 anni, registrando e condannando, in questo arco di tempo, più di 1460 episodi di discriminazioni e violenza contro professionisti di origine straniera principalmente per il colore della pelle, velo, abbigliamenti tradizionali. Ben 15 dottoresse straniere che lavoravano in Italia e indossavano il velo, sono state costrette ad abbandonare il nostro Paese per problemi sul posto di lavoro.
I dati indicano anche che le professioni sanitarie sono tra le categorie più colpite da episodi di discriminazione, con una crescente difficoltà di integrazione, seppur la maggior parte degli stranieri nel settore sanitario svolga il proprio lavoro con impegno e professionalità.
AMSI e Co-mai, da anni impegnate nella promozione dell’integrazione e nel contrasto alla discriminazione, sottolineano che la politica deve fare di più per evitare che questi episodi alimentino le tensioni sociali e le divisioni. È necessario un intervento deciso per proteggere tutti i cittadini, a prescindere dalla loro origine o religione, e garantire loro pari dignità e diritti.
Il ruolo delle istituzioni politiche
AMSI e Co-mai non possono rimanere in silenzio di fronte agli episodi di discriminazione che si stanno verificando sempre più frequentemente, soprattutto nei confronti di professionisti sanitari e cittadini di origine straniera. Chiediamo con forza che le istituzioni politiche italiane intervengano concretamente per contrastare il razzismo e le discriminazioni. È imperativo che la politica adotti politiche inclusive che non fomentino la divisione, ma che promuovano un’autentica cultura dell’accoglienza e del rispetto.
L’appoggio di AMSI e Co-mai per l’integrazione e il rispetto delle leggi italiane
AMSI e Co-mai ribadiscono il loro impegno per l’integrazione di tutti i cittadini, con un approccio che sia rispettoso delle leggi italiane e delle tradizioni culturali di ciascuno. Le nostre associazioni sostengono la necessità di interventi mirati per contrastare la violenza e la discriminazione, non solo nelle politiche pubbliche ma anche nella cultura della nostra società. È essenziale che le istituzioni italiane, i media e le associazioni civili promuovano un’educazione alla diversità e al rispetto reciproco.
Co-mai (Comunità del Mondo Arabo in Italia) afferma senza mezzi termini: “Quanto accaduto a Foligno è un atto di violenza che non possiamo in alcun modo tollerare. Ogni individuo, a prescindere dalla sua origine, deve essere trattato con rispetto e dignità, e le forze dell’ordine devono fare piena chiarezza su quanto accaduto per garantire giustizia”. Aderiamo alla manifestazione di solidarietà domenica con le associazioni e comunità musulmane e arabe umbre”
“L’Italia è un paese che ha sempre accolto migranti e rifugiati, ed è nostra responsabilità proteggere questi valori. L’integrazione è un processo che deve avvenire attraverso il rispetto delle leggi, ma anche attraverso la valorizzazione delle differenze culturali, che sono una risorsa per il nostro Paese”, conclude il Prof. Foad Aodi.
Riflessioni
AMSI, Co-mai e tutte le altre associazioni firmatarie di questo comunicato si impegnano a continuare a lavorare per la creazione di una società più inclusiva, che sappia riconoscere i diritti di tutti i suoi membri e contrastare qualsiasi forma di discriminazione e violenza. Non possiamo permettere che episodi come quello di Foligno diventino la norma: è necessario intervenire per tutelare la sicurezza e la dignità di ogni persona, indipendentemente dalla sua origine. Chiediamo alle istituzioni italiane di agire con decisione, senza alimentare divisioni e tensioni, ma promuovendo una società più giusta e rispettosa per tutti.
La Co-mai, con suoi rappresentanti, aderirà alla manifestazione che si terrà domani in Umbria contro la discriminazione e il razzismo. Si terrà infatti, domani, a Foligno, un presidio della comunità Musulmana e le comunità arabe dell’Umbria, con la partecipazione di tante associazioni in Piazza della repubblica alle ore 11.00.
Il messaggio sarà forte: “Nella terra di San Francesco e di Aldo Capitini, Nessuna Violenza nessun atto di Razzismo, Lavoriamo tutti per una Pace senza confini attraverso fratellanza, solidarietà e tolleranza”. Alla manifestazione sarà presente il Delegato Co-mai e Uniti per Unire per l’Umbria, Hedi Khirat, nato a Bizerte, Tunisia e membro del comitato centrale della Fiom Cgil Nazionale, responsabile della camera del lavoro di Gualdo Tadino e presidente dell’Associazione dei tunisini dell’Umbria le Jasmin.