AgenPress. “In questa vicenda tutto c’è tranne che qualcosa di molto chiaro. E per una ragione molto semplice: perché il Governo ha reso tutto molto confuso e oscuro. Se così fosse, basterebbe che con grande coraggio e grande autorevolezza la premier, che è titolare del Governo e dell’azione di Governo, venisse in aula (e non in una diretta social dicendo menzogne) a dire: ‘Guardate, è stata una scelta politica del Governo per un supremo interesse nazionale, punto’. Ovviamente sarebbe nelle sue prerogative farlo. Invece ha fatto un’altra scelta, cioè ha scelto di coprire tutta la vicenda coprendosi di vittimismo nei confronti prima della magistratura, poi della Corte dell’Aia.
Insomma, dando una serie di versioni contrastanti che hanno fatto sì che il fatto divenisse davvero molto confuso e molto fumoso. Resta il fatto, comunque, che si è liberato un criminale, che è molto diverso dal firmare degli accordi con le autorità libiche – che io contesto peraltro. Nel momento in cui noi abbiamo la possibilità, anzi il dovere – perché abbiamo aderito ad uno statuto, peraltro sottoscritto a Roma, di istituzione della Corte Penale Internazionale sotto l’egida dell’ONU -, di fermare e assicurare alla giustizia un presunto criminale che si sarebbe macchiato di dati gravissimi, una volta assicurato alla giustizia starà alla Corte dell’Aia fare tutte le dovute verifiche: non le deve fare Nordio, che ha fatto l’avvocato difensore.”
Così Vittoria Baldino, deputata e portavoce del Movimento 5 Stelle alla Camera, intervistata da Francesco Borgonovo a Calibro 8 su Radio Cusano Campus.
“Il problema principale è stata l’inerzia del Governo italiano e nello specifico del ministro della Giustizia – continua Baldino. Quindi ora ce la possiamo prendere con la Corte d’Appello, con l’AIA, con tutti quelli che vogliamo, però poi alla fine è stata una scelta politica, tant’è vero che lo stesso Piantedosi l’ha rivendicato nella sua informativa. […] Noi insistiamo tanto sul Presidente del Consiglio perché è una scelta politica di tale rilevanza nazionale e internazionale che la Premier non poteva non essere coinvolta quando si alzava un volo di Stato da Ciampino per arrivare a Torino, per poi arrivare a Tripoli. Non può farci credere che lei non ne sapesse nulla e non fosse coinvolta, per questo chiediamo che venga a metterci la faccia, a spiegarci il motivo, visto che rivendica il suo (giustamente) protagonismo in sede nazionale e internazionale. Cosa che invece non ha fatto, evidentemente perché si sente profondamente in imbarazzo e sa che questa vicenda le può far perdere la credibilità che dice di aver costruito”.
E su Netanyahu “Noi abbiamo redarguito chi ha detto di volerlo accogliere a braccia aperte se venisse in Italia. Però è vero che da una parte stiamo parlando di un capo di Stato, dall’altra di un funzionario di Stato, ma comunque non un capo di Stato. Quindi sono due cose diverse, obiettivamente. Anche se, ripeto e ribadisco, noi pensiamo che se Netanyahu venisse in Italia, l’Italia dovrebbe assolutamente attuare il mandato di arresto dell’AIA e consegnare anche Netanyahu alla giustizia perché stiamo parlando di un criminale, senza se e senza ma.”