Foad Aodi, nel suo intervento alla conferenza stampa UAP sulla delicata questione del nuovo nomenclatore tariffario, lancia un appello urgente al Governo e al Ministro della Salute Schillaci e alle forze politiche per risolvere le gravi problematiche sollevate da UAP. È in gioco la credibilità politica di oggi e di domani
AgenPress. Il Prof. Foad Aodi, medico, giornalista internazionale ed esperto di salute globale, Direttore dell’Agenzia Internazionale Senza Confini (AISC), nonché Presidente di AMSI (Associazione Medici di Origine Straniera in Italia), UMEM (Unione Medica Euromediterranea) e del Movimento Internazionale Uniti per Unire, è intervenuto come relatore e membro dell’UAP nella conferenza stampa organizzata dall’Unione Nazionale Ambulatori, Poliambulatori, Enti e Ospedalità Privata (UAP).
Durante l’evento, ha lanciato un appello urgente al Governo italiano e al Ministro della Salute Orazio Schillaci, richiamando l’attenzione sulle gravi problematiche che affliggono il sistema sanitario italiano.
L’occasione è stata anche quella per lanciare ufficialmente, ai media, la nascita e il debutto dell’AISC, Agenzia Britannica Mondiale “Informazione Senza Confini”, registrata recentemente presso la Camera di Commercio di Londra, di cui Aodi è Direttore Responsabile, che ha coperto l’evento dal punto di vista mediatico, con la collaborazione di numerosi giornalisti stranieri ed italiani che collaborano con l’agenzia, collegati alla conferenza stampa grazie alle dirette social, allo scopo di raccontare l’evento UAP a livello internazionale.
Un momento cruciale per la sanità italiana
«La sanità italiana sta affrontando un momento cruciale», ha dichiarato Aodi, «è essenziale che vengano adottate misure urgenti per garantire la qualità dei servizi e la tutela della salute dei cittadini». Il professore ha espresso forte preoccupazione per l’impatto del nuovo nomenclatore tariffario sulle strutture sanitarie private e accreditate, evidenziando la necessità di una revisione delle politiche tariffarie per evitare danni irreparabili al settore sanitario pubblico e privato.
Tre punti fondamentali per salvare la sanità
Durante il suo intervento, Aodi ha messo in evidenza tre punti cruciali:
1 – Difesa della sanità italiana: Aodi ha sottolineato l’importanza di una visione unitaria della sanità, che superi le divisioni tra pubblico, privato e accreditato. «Non c’è differenza tra i professionisti che lavorano nella sanità pubblica e quelli della sanità privata: sono tutti esseri umani che operano per la salute dei cittadini e devono essere tutelati allo stesso modo».
2 – Snellimento della burocrazia: L’Italia è uno dei Paesi più complessi dal punto di vista burocratico. È necessario eliminare le disparità tra pubblico e privato accreditato, garantendo efficienza e riducendo i tempi di attesa.
3 – Statistiche allarmanti: Secondo i dati forniti da AMSI, dal 1° gennaio 2023 al dicembre 2024 sono state registrate oltre 14.670 richieste di migrazione all’estero da parte di medici e professionisti sanitari. Questo fenomeno, ha spiegato Aodi, «non è motivato solo da ragioni economiche, ma anche da turni massacranti, mancanza di valorizzazione della carriera, aggressioni crescenti e condizioni di lavoro difficili. Inoltre le aggressioni ai professionisti sanitari nel 2024 sono aumentate del 33% e hanno toccato l’allarmante numero di 25.940 ufficiali (escluso il sommerso)».
La fuga dei medici e le carenze del sistema
Aodi ha evidenziato come la crisi riguardi anche l’aumento della carenza di medici specialisti e infermieri in settori chiave come emergenze, pronto soccorso, anestesia, radiologia, neurochirurgia, ortopedia e pneumologia. Le richieste di personale sanitario nella sanità privata e pubblica accreditata hanno superato le 11.000 unità negli ultimi tre anni, includendo medici, infermieri, fisioterapisti, dietisti, podologi e psicologi.
«La fuga all’estero non è solo una questione di stipendi più alti», ha aggiunto il professore. «Più del 90% dei medici che hanno fatto richiesta di migrazione riferisce come principali motivazioni il peso dei turni massacranti, la mancanza di valorizzazione della carriera, l’aumento della medicina difensiva e le aggressioni». Nel 2024, le aggressioni agli operatori sanitari hanno raggiunto quota 26.000 casi.
Le proposte di AMSI, UMEM e Uniti per Unire
Durante la conferenza, Aodi ha avanzato una serie di proposte per affrontare le criticità del sistema sanitario italiano:
• Riduzione delle liste d’attesa nei pronto soccorso: Gestire i codici bianchi nelle strutture private accreditate, alleggerendo il carico sui pronto soccorso pubblici.
• Collaborazione tra medici di famiglia e specialisti: Semplificare le prescrizioni e ridurre il numero di visite inutili, garantendo maggiore efficienza per i pazienti.
• Snellimento delle procedure burocratiche: Affrontare le ambiguità del nuovo nomenclatore tariffario, come il codice “93.16” relativo alla mobilizzazione, che non chiarisce se il rimborso copra una o più sedute.
• Valorizzazione e protezione dei professionisti sanitari: Promuovere iniziative per ridurre la violenza negli ospedali e garantire condizioni di lavoro dignitose.
Un appello al Governo italiano
A conclusione del suo intervento, Aodi ha ribadito l’urgenza di affrontare queste problematiche. «Non possiamo aspettare ancora», ha dichiarato, «la sanità italiana è a un punto di rottura. Il Governo deve farsi carico di questo malessere e risolvere le questioni legate ai nomenclatori, alle condizioni di lavoro e alla crescente insoddisfazione dei medici. La salute dei cittadini dipende da una sanità che funziona e che valorizza i professionisti che vi lavorano».