AgenPress. “All’interno della magistratura è risaputo che è un mantra quello di tenere le carriere unite. Si ritiene infatti che un PM che ragiona come un giudice sia una garanzia per il cittadino, ma non sempre è così. È evidente come oramai il PM sia diventato parte del processo e voglia vincerlo a tutti i costi, e questa è tutt’altro che una garanzia per l’imputato”.
Lo ha dichiarato l’ex presidente ANM Luca Palamara ai microfoni di Radio Cusano, intervenuto nel corso della trasmissione ‘5 Notizie’ condotta da Gianluca Fabi in merito alla riforma della separazione delle carriere.
E ha proseguito “Bisogna capire che la separazione delle carriere è importante soprattutto nei grandi processi penali. È infatti un’ulteriore garanzia per l’imputato sapere che il PM sia terzo rispetto alle parti in causa. Sicuramente la voglia del magistrato di vincere può acuirsi in questo modo, ma per prevenire il fenomeno basta preservare l’indipendenza del PM nei confronti di tutti”.
A proposito del possibile timore dei magistrati nel perseguire esponenti politici commenta “Io credo che sia un falso problema quello del magistrato intimorito dal potere politico. Anche storicamente-spiega Palamara- la politicizzazione nella magistratura c’è sempre stata, soprattutto da quando si è deciso di organizzarla in correnti. Non è un mistero infatti che una parte della magistratura si sia molto avvicinata alla sinistra in questi anni.
Oggi i magistrati vogliono essere indipendenti da tutti: dai vari partiti politici fino all’opinione pubblica. Ho sentito il magistrato Musolino dire che la magistratura non deve essere servente, e sono d’accordo. Ma nemmeno il processo penale può essere servente allo scopo di eliminare un avversario politico. E questo accade, ed è inammissibile” conclude Palamara.