AgenPress. Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Ancona, unitamente ai funzionari della locale Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, nell’ambito di specifiche attività investigative volte a prevenire e reprimere traffici illeciti che interessano il Porto dorico, hanno sequestrato oltre 16.000 kg di rifiuti che una società italiana tentava illecitamente di esportare in Albania.
Nel dettaglio, i militari del Gruppo del capoluogo dorico e i funzionari dell’ADM, a seguito di specifica attività di analisi di rischio, hanno individuato, nel porto di Ancona, un autoarticolato pronto ad imbarcarsi su una motonave diretta a Durazzo.
Gli operanti, avendo ravvisato discordanze documentali, hanno approfondito le attività ispettive riscontrando materialmente la merce trasportata e constatando evidenti difformità rispetto a quanto denunciato nella dichiarazione doganale.
La merce è stata allora analizzata da esperti dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale, i quali hanno classificato i prodotti quali rifiuti urbani, rientranti cioè nella “lista ambra” (rifiuti che presentano un potenziale rischio ambientale e richiedono maggiore controllo, possono essere pericolosi o non pericolosi e la loro movimentazione richiede una notifica preventiva e il consenso scritto delle autorità competenti dei Paesi di spedizione, transito e destinazione).
Per la spedizione di tali materiali è dunque necessaria una previa procedura di bonifica, non realizzata dai responsabili, oltre che l’autorizzazione preventiva del Paese ricevente. Nel caso di specie, però, l’Albania (paese destinatario della merce) vieta l’importazione di tale archetipo di prodotti.
L’intervento eseguito si è concluso con il sequestro di 16 tonnellate di rifiuti tessili per un valore di svariate migliaia di euro che si tentava di trasportare illecitamente verso un Paese extra-comunitario, oltre che con la denuncia a piede libero del rappresentante legale della società esportatrice per i reati di “traffico illecito di rifiuti” e “falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico”.