Gli auguri del Presidente Meloni al Contingente italiano in Lituania e ai Contingenti videocollegati

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AgenPress. Ringrazio ovviamente il Comandante Massarotto, ringrazio tutti gli Ufficiali, i Sottufficiali, gli Avieri della Task Force Air di stanza qui in Lituania, ringrazio e saluto anche tutti i Comandanti e tutti i Contingenti dei teatri operativi che rappresentano oltre 7 mila uomini, ai quali dobbiamo aggiungere anche i 2 mila uomini impegnati nell’operazione “Strade sicure”, quindi sul territorio nazionale.

Mi hanno fatto l’onore di essere tutti collegati. Io sono qui fondamentalmente per portarvi gli auguri, per portarvi gli auguri della Nazione, come mi piace fare ogni anno, e per portarvi la riconoscenza del popolo italiano. Oggi è il 22 di dicembre, io sono di ritorno dalla Lettonia, quindi dalla Finlandia, verso casa, torno a casa, come fa la gran parte di coloro che lavorano fuori casa, mentre in Italia la gran parte delle persone è impegnata a organizzare il pranzo di Natale, a comprare gli ultimi regali, e tutti si preparano a riabbracciare le loro famiglie.

È qualcosa che voi non farete. E io so che vi pesa, ma so anche che forse in fondo vi peserebbe di più sapere che non state facendo il vostro lavoro, come qui state facendo il vostro lavoro, per garantire alle vostre famiglie la sicurezza e la serenità che vantano quando si siedono intorno alla tavola di Natale. E per farlo per le milioni di altre famiglie che neanche vi conoscono e che forse neanche se ne rendono conto. Allora, l’ho detto tante volte e lo ripeto anche a voi, la Patria alla fine è una madre, e non è un caso che noi la chiamiamo Madre Patria, quella madre vuole essere da voi e dirvi buon Natale, dirvi grazie, dirvi che apprezza, conosce, riconosce gli straordinari sacrifici che fate, il valore che quei sacrifici regalano e producono per la nostra Nazione nel suo complesso.
Sono qui anche per ricordare tutto questo agli italiani, per ricordare all’Italia nel suo complesso quanta parte della nostra credibilità passi dai vostri sacrifici, dalla vostra determinazione e dalla vostra abnegazione, per ricordarla a quei tanti che si riempiono la bocca della parola «pace», ma non ricordano sempre che la pace non è qualcosa che noi abbiamo per garantito, è qualcosa che va difeso, costruito ogni giorno, e che c’è qualcuno in prima linea a fare questo lavoro.

E allora a quei tanti che ci dicono, per esempio, che sulle spese della difesa, beh… in fondo non sono risorse così utili, forse vale la pena ricordare che sono le risorse che ci consentono di difendere oggi il transito delle navi mercantili, che consente ai nostri prodotti di arrivare in Italia senza un aumento dei prezzi, che consentono oggi di costruire pace e benessere per tante nazioni martoriate dalla guerra, che consentono, più lontano dai nostri confini, di produrre una deterrenza che vuol dire non fare avvicinare i rischi alle nostre case e alle nostre famiglie.

Penso che questo vada detto, penso che vada detto a voce alta, penso che vada rivendicato a testa alta. L’Italia partecipa a 37 missioni all’estero.
Voi sapete che noi siamo il primo contributore in Europa, il secondo contributore all’interno dell’Alleanza Atlantica, in tutto il mondo viene richiesta la nostra professionalità, in tutto il mondo viene richiesto il nostro eroismo. È qualcosa che ci rende sì orgogliosi, ma è anche qualcosa che costruisce i presupposti che a me consentono, quando sono sui tavoli che contano, di difendere gli interessi nazionali. La mia credibilità, la credibilità di questa Nazione cammina soprattutto sulle vostre gambe. Il futuro dell’Italia nella sua capacità di difendere i suoi interessi nazionali vola soprattutto sulle vostre ali.

Questo fa la differenza, fa la differenza e l’Italia lo deve sapere. Fa la differenza perché io di solito mi commuovo sempre quando vengo in posti come questo e ho trovato anche il Comandante emozionato, vedo tanta emozione. È incredibile pensare che si riescano a emozionare così persone che nella loro formazione hanno il sangue freddo. Parlavamo adesso del lavoro che si fa quando si pilota un caccia, e di quanto la freddezza, la capacità di non lasciarsi andare all’emotività facciano la differenza, ma io capisco questa emozione, perché io e voi condividiamo lo stesso sentimento.

Nel Signore degli Anelli – che io cito spesso, come si sa, ma non è l’unico libro colletto, giuro – Faramir, parlando della battaglia, dice “Non amo la lucente spada per la sua lama tagliente, né il guerriero per la gloria, né la freccia per la sua rapidità. Amo solo ciò che difendo”.

Non si sceglie di essere un soldato per odio. Si sceglie di essere un soldato per amore. Non si sceglie di essere un soldato perché si ama la guerra. Si sceglie di essere un soldato perché si ama la Patria. E quella patria ha bisogno di essere difesa. Questo lavoro lo fate voi.

Lo fate voi in prima fila, lo fate voi ogni giorno. Non vedrete i vostri figli che scartano i regali a Natale, ma l’Italia è anche per questo vi è riconoscente e sono sicura che i vostri figli sapranno essere adeguatamente fieri di voi, come lo è l’Italia intera. Grazie e buon Natale a tutti.

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