AgenPress. In risposta alle recenti dichiarazioni dei sindacati, che riportano il caso di una agente di polizia penitenziaria in servizio nel carcere minorile di Torino, l’Amministrazione Penitenziaria precisa che le lavoratrici in gravidanza sono tutelate da rigorose norme di sicurezza e salute.
La suddetta agente incinta non è mai stata obbligata a indossare il cinturone e l’arma di ordinanza o a svolgere compiti che comportino un rischio per la sua salute o quella del nascituro. “La segnalazione risulta essere infondata, non essendo mai stata impiegata la dipendente, successivamente alla comunicazione dello stato di gravidanza, in posti di servizio incompatibili con tale stato” sottolinea il Dipartimento Giustizia minorile e di comunità “tanto in ragione delle valutazioni espresse anche dal medico competente di questo Istituto”. “Va, altresì, segnalato”, prosegue la nota del Dipartimento “che nessuna presunta illegittimità delle mansioni è stata opposta, nel rispetto della via gerarchica, a questa Direzione dalla dipendente interessata, quale attività doverosa ove si ritenga che una disposizione di servizio sia considerata presumibilmente illegittima”.
Le leggi vigenti stabiliscono chiaramente che, durante la gravidanza, le lavoratrici devono essere sollevate da attività pericolose, inclusi compiti che prevedano il contatto diretto con i detenuti. L’Amministrazione garantisce che ogni situazione venga gestita in modo da proteggere la sicurezza e il benessere delle lavoratrici, adottando soluzioni adeguate in base alle specifiche circostanze. L’impegno della Polizia Penitenziaria è sempre volto a rispettare i diritti e la salute delle proprie dipendenti, con un costante monitoraggio delle condizioni di lavoro.