Toninelli: “Meloni esalta l’Italia ma i lavoratori fanno la fame. Il cdx liscia il pelo agli evasori, siamo all’anticultura della legalità”

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AgenPress. “Quando Draghi critica le politiche di austerità dell’Europa principalmente sta parlando dell’Italia, che è l’unico paese Ocse dove negli ultimi 30 anni gli stipendi dei lavoratori sono diminuiti. Quando Meloni esalta il successo dell’export italiano e del made in Italy di oltre 626 miliardi di euro si dimentica di evidenziare il lato negativo della vicenda, ossia che quel successo è fatto sulle spalle dei lavoratori italiani che sono sottopagati. Ci sono migliaia di lavoratori nel paese che pur essendo formalmente occupati stanno facendo la fame ma questo Meloni non lo dice”.

Lo ha dichiarato ai microfoni di Radio Cusano Danilo Toninelli, intervenuto durante la trasmissione ‘Controinformazione’ condotta da Livia Ventimiglia in merito alla manovra di bilancio che si sta discutendo in Italia e sulle parole dell’ex Premier Draghi.

Ha poi proseguito “Draghi dice che bisogna liberare 700 miliardi in Europa per l’economia? Penso che 700 miliardi siano tanti ma non una cifra improponibile. In Usa Biden ha emanato un atto costato 500 miliardi per favorire l’economia, che ha portato le aziende in difficoltà a non chiudere e persino alcune aziende europee a delocalizzare in America.

L’Europa soprattutto dopo la crisi tedesca deve fare lo stesso altrimenti collasseremo, in primis l’Italia che è dipendente dall’economia tedesca nell’export. Bisogna investire nell’ automotive e nell’innovazione tecnologica- spiega Toninelli- altrimenti verremo fagocitati dalla Cina. Un’auto cinese di qualità all’estero costa 15 mila euro, da noi il doppio per via dei dazi, ma continuando così non saremo competitivi”. In merito al problema delle politiche fiscali e dell’evasione nel paese commenta “Le politiche fiscali non sono giuste, lo dicono i dati. C’è una stretta cerchia di persone che pagano le tasse per tutti, e ci sono milioni di italiani in età lavorativa che dichiarano zero di IRPEF.

D’altra parte- afferma- se guardiamo al settore industriale cambia poco, aziende come Stellantis non danno ai lavoratori italiani alcuna prospettiva, gli stabilimenti sono in disuso. Anche se i giornali di proprietà degli Elkann parlano di un accordo tra l’Italia e l’azienda, tutto si compirà nel 2028. Ma il problema è che la cassa integrazione dei lavoratori finisce nel 2025. Come faranno i lavoratori ad arrivare al 2028 non si sa, ci sarà una bomba sociale devastante. Io sinceramente non capisco come la Meloni possa dire che l’Italia sia tornata a correre in Europa. C’è poi il tema dell’evasione fiscale- continua Toninelli- e parliamo di 80 miliardi all’anno.

Il problema è che gli evasori nel paese sono tanti e votano, e se possiamo chiudere un occhio sugli evasori di sopravvivenza che evadono per pagare tasse e bollette, lo stesso non si può dire per chi evade anche il 100% di tasse e fa la bella vita: siamo all’anticultura della legalità”. Toninelli conclude il suo intervento facendo un’analisi sull’autonomia differenziata “È evidente che non passerà mai, è già stata bocciata in parte dalla Corte Costituzionale. Ma bisogna dire che l’autonomia differenziata c’è già e c’è il regionalismo. Le Regioni cioè sono dei punti di spesa e di sprechi enormi, soprattutto sulla sanità.

Lo Stato dovrebbe riaccentrare i poteri decisionali e indire subito dei concorsi per i dirigenti sanitari, soprattutto delle ASL. Oggi queste sono nomine politiche, non orientate all’efficienza del servizio ma a mettere l’amico del politico al posto giusto. Quello che dico- conclude Toninelli- è difendiamo la sanità pubblica, fino alla morte. Si va verso una destrutturazione della sanità pubblica in favore di quella privata”.

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