AgenPress. Nel consueto appuntamento settimanale con Calibro 8, condotto da Francesco Borgonovo, in onda su Radio Cusano Campus e in radiovisione su Cusano Media Play, Dino Giarrusso, ex europarlamentare e giornalista, ha espresso un’analisi articolata e critica sull’evoluzione del Movimento 5 Stelle, soffermandosi sulla leadership di Giuseppe Conte, sulle trasformazioni interne e sull’influenza mediatica che ha reso possibile questa transizione.
“Il Movimento 5 Stelle non esiste più come lo conoscevamo: è diventato il partito personale di Conte. Non c’è opposizione interna, non c’è dissenso. Nessuno critica le posizioni del leader, perché chi prova a farlo viene automaticamente emarginato“, ha dichiarato Giarrusso. “Quando c’era il vecchio Movimento, esistevano delle voci critiche. Io stesso ero una di queste, ma oggi chi osa dissentire, come Danilo Toninelli, è fuori da tutto, comprese le poltrone. Conte ha costruito un sistema in cui tutto dipende da lui.”
Sottolineando il ruolo determinante del Fatto Quotidiano in questa trasformazione, Giarrusso ha aggiunto: “Senza il sostegno incondizionato di Marco Travaglio e del Fatto Quotidiano, Conte non sarebbe mai riuscito a prendersi il Movimento. È incredibile vedere programmi come Accordi e Disaccordi, che non hanno contraddittorio e si limitano a essere uno spottone per Conte. Luca Sommi, Travaglio e Scanzi ospitano solo voci che sostengono il leader. È un teatrino imbarazzante, ben lontano da quello che il Movimento voleva rappresentare.“
Giarrusso ha criticato duramente la mancanza di trasparenza nelle recenti votazioni interne: “Oggi le elezioni del Movimento non sono certificate da nessuno. Non c’è più un notaio o un organismo terzo a verificare i voti, come accadeva un tempo. In teoria, potrebbero scrivere qualsiasi numero. Magari è tutto perfetto, ma la mancanza di trasparenza è un segnale di quanto il Movimento abbia abbandonato le sue radici.“
Tra gli esempi concreti delle trasformazioni subite dal Movimento, Giarrusso ha citato i casi di Francesca Flati e Marco Bella: “Erano i candidati più votati dalla base per entrare in Parlamento, ma Conte ha deciso di escluderli, preferendo i suoi uomini. Questo dimostra come la base non abbia più alcun potere decisionale. Le famose parlamentarie, che una volta rappresentavano l’essenza del Movimento, sono ormai un ricordo lontano. Conte decide tutto e agisce arbitrariamente, scegliendo chi deve essere eletto.“
Nel corso dell’intervista, Giarrusso ha dedicato spazio anche a Beppe Grillo, spiegando come il fondatore del Movimento sia diventato una figura marginale: “Grillo ha sbagliato gravemente quando ha accettato di affidare il Movimento a Conte. Ha perso il controllo di tutto e oggi viene dipinto come il cattivo che vuole comandare, mentre Conte passa per il democratico che dà voce alla base. La realtà è completamente ribaltata. Lo statuto stesso del Movimento oggi sancisce il potere assoluto del presidente, eliminando la democrazia diretta che una volta era il cuore del progetto.“
Giarrusso ha inoltre analizzato il progressivo allontanamento del Movimento dai suoi principi fondativi: “Un tempo, uno vale uno significava che le idee e i programmi erano al centro, non le persone. Oggi, invece, il Movimento è diventato come qualsiasi altro partito. Le regole che servivano per cambiare la politica italiana sono state cancellate. È un partito centralizzato, senza più alcuna differenza sostanziale rispetto al PD o ad altre formazioni tradizionali.“
Concludendo, Giarrusso ha evidenziato come la metamorfosi del Movimento abbia portato a una perdita di consenso elettorale: “Da quando c’è Conte, il Movimento ha sempre peggiorato i risultati elettorali rispetto alle tornate precedenti. Non c’è stata una sola elezione in cui ci sia stato un segno positivo. Questo dovrebbe far riflettere chi sostiene che Conte abbia rafforzato il Movimento: i numeri dicono esattamente il contrario.“