Carlo Azeglio Ciampi presentato da Costantino Del Riccio Presidente del Comitato consultivo della Fondazione OMRI per la comunicazione istituzionale

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La Fondazione Insigniti OMRI ha organizzato per il 10 dicembre a Roma, in collaborazione con la Prefettura, un evento dedicato all’opera del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nella riscoperta dei simboli repubblicani. Ciampi è stato uno dei protagonisti più significativi della recente storia politica ed economica italiana


AgenPress. Ciampi fu eletto Presidente il 13 maggio 1999, ottenendo un ampio consenso già alla prima votazione, con 707 preferenze. Il suo mandato fu caratterizzato da una profonda attenzione per la tutela della Costituzione e per la salvaguardia dei valori dei Padri Costituenti.

Si distinse per il suo impegno nel promuovere l’integrazione dell’Italia all’interno dell’Unione Europea, convinto che la posizione internazionale del Paese dovesse essere rafforzata nella cornice europea, unendo gli interessi nazionali con quelli comunitari. Fin dall’inizio del suo mandato si pose l’obiettivo di promuovere uno spirito di concordia nel Paese attraverso un’intensa opera di pedagogia civile. Il suo progetto era volto alla rifondazione di un nuovo patriottismo repubblicano, fondato su una memoria nazionale condivisa che potesse unire gli italiani al di là delle divisioni politiche e delle ferite del passato.

L’obiettivo era quello di costruire una consapevolezza collettiva capace di sostenere una riconciliazione autentica, ma priva di amnesie. L’iniziativa di Ciampi contribuì significativamente a mantenere saldo il legame tra le istituzioni e la società italiana, in un momento storico segnato da un preoccupante scollamento tra queste due dimensioni.

Appartenente a una generazione segnata dagli orrori della guerra, Ciampi era cresciuto all’indomani della Prima guerra mondiale e aveva vissuto in prima persona la tragedia della Seconda, durante la quale assistette alla distruzione di intere generazioni a causa dei nazionalismi estremi e dei totalitarismi.

La riabilitazione dell’amore per la nazione e i valori del Risorgimento

A lui si deve una sorta di resurrezione della Patria, considerata da molti come ormai morta dopo l’8 settembre 1943, quando la dissoluzione delle forze armate sembrò prefigurare anche quella dello Stato. Dopo decenni in cui il concetto di Patria era stato abbandonato, oscurato dall’uso propagandistico che ne aveva fatto il fascismo e il nazionalismo, Ciampi riuscì a far riemergere l’amore per la nazione e i valori del Risorgimento, rispettandoli e riabilitandoli nel lessico e nel sentimento comune degli italiani.

Il Tricolore in ogni casa, in ogni famiglia

“Il Tricolore in ogni casa, in ogni famiglia” è l’esortazione rivolta dal Presidente Ciampi nel 2001 dai campi di Solferino e San Martino, con l’intento di restituire visibilità ai simboli più significativi del nostro ordinamento istituzionale. Rimangono impresse nella memoria le immagini dei solenni tributi alla bandiera italiana, sia nelle province del nostro Paese che durante le visite all’estero, così come la profonda emozione del Presidente mentre accarezzava il Tricolore avvolto attorno alle bare dei militari caduti servendo la nazione.

Cambio della Guardia, nella piazza del Quirinale

Il 7 gennaio, nella piazza del Quirinale, il Reggimento dei Corazzieri dà vita a una suggestiva cerimonia del Cambio della Guardia, in tenuta di Gran Gala e accompagnata dalla fanfara del 4° Reggimento a Cavallo. Per lungo tempo, i colori della bandiera italiana non avevano una definizione cromatica precisa, rimanendo individuati genericamente come verde, bianco e rosso. A colmare questa lacuna è intervenuta una commissione presieduta dal Presidente Emerito della Corte Costituzionale, Renato Granata, che, attraverso disposizioni governative, ha stabilito tra il 2002 e il 2006 la codificazione cromatica ufficiale del Tricolore.

Celebrazione del 25 aprile

Ciampi si dedicò attivamente alla promozione di una celebrazione del 25 aprile caratterizzata da una visione patriottico-risorgimentale. Per il Presidente, la Resistenza simboleggiava la rinascita della Patria; l’8 settembre 1943 non rappresentò la fine della nazione, ma piuttosto la sua rigenerazione e la rifondazione dello Stato.

Giorno della Memoria

La Shoah è un capitolo fondamentale della nostra storia. La legge che ha istituito il “Giorno della Memoria” è stata promulgata durante la presidenza di Ciampi, il quale ha sempre mantenuto un legame profondo con la comunità ebraica, influenzato anche dalla sua origine livornese, città che ha ospitato una fiorente comunità ebraica e che ha dato all’Italia un grande maestro, il Rabbino Capo Elio Toaff, legato a Ciampi da un’amicizia duratura e affettuosa.

Il Presidente ricorda: “Da giovane entrai nella casa paterna a Livorno per chiedere consiglio a mio padre, allora stimato Rabbino della comunità ebraica. Ci siamo ritrovati dopo molti anni a Roma, ma i sentimenti di stima e amicizia nei confronti della famiglia Toaff e di Elio non erano certo diminuiti: un esempio di grande dignità e custode delle tradizioni del suo popolo, oltre che come cittadino italiano”.

Ciampi è stato il primo a compiere, nell’ottobre del 1999, una visita di Stato in Israele, durante la quale si recò alla Sinagoga italiana trasferita a Gerusalemme nel 1952 da Conegliano Veneto, dove era stata costruita nel 1701. Durante la visita al Museo YadVashem a Gerusalemme, la delegazione italiana si rese conto, con un nodo alla gola, di non essere mai completamente preparata a quel momento.

Il ruolo del 4 novembre nella rinascita della memoria condivisa

Particolare attenzione è stata dedicata dal Presidente Ciampi al 4 novembre, Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, istituita con la legge n. 273 del 1921 per celebrare la vittoria dell’Italia nella Prima guerra mondiale e onorare il sacrificio dei soldati italiani. Ciampi recuperò il valore di questa ricorrenza come momento simbolico di coesione nazionale, restituendole un significato attuale e condiviso. Questo andava oltre il semplice ricordo storico, abbracciando un sentimento di unità repubblicana.

Le celebrazioni del 4 novembre furono da lui interpretate come un’occasione per rinsaldare il rapporto di fiducia tra i cittadini e le istituzioni democratiche, richiamando il valore dell’impegno collettivo nella costruzione di un’Italia più unita e consapevole.

La riscoperta del Risorgimento e la valorizzazione dei suoi simboli

Ciampi si impegnò a restituire al Risorgimento il ruolo di fondamento della Repubblica, ritenendo che le sue radici ideali e i suoi valori rappresentassero un patrimonio comune per tutti gli italiani. Durante il suo settennato, promosse numerose iniziative per celebrare le grandi figure storiche del Risorgimento e sensibilizzare le giovani generazioni verso questa fase cruciale della nostra storia.

Attraverso la valorizzazione dei luoghi della memoria risorgimentale, delle istituzioni scolastiche e degli eventi commemorativi, Ciampi mirava a far sì che il Risorgimento non fosse percepito come un capitolo lontano e superato, ma come un motore per il rafforzamento del senso civico e dell’identità nazionale.

L’eredità di un uomo delle istituzioni

Carlo Azeglio Ciampi fu un presidente di grande umanità, capace di trasmettere una visione della Repubblica come casa comune di tutti gli italiani. Con un approccio sobrio, ma al contempo autorevole, seppe incarnare il ruolo di garante dei principi costituzionali, ponendo sempre al centro della sua azione la dignità della persona e il bene collettivo.

Attenzione ai giovani, alle scuole e al mondo del lavoro

La sua attenzione ai giovani, alle scuole e al mondo del lavoro si tradusse in numerosi incontri e discorsi, nei quali ribadiva la necessità di costruire un’Italia basata sui valori della solidarietà, della legalità e della giustizia sociale. In ogni suo intervento, emergeva con forza l’importanza di una Repubblica fondata sulla partecipazione attiva e sul dialogo tra cittadini e istituzioni.

Un messaggio che parla al presente

L’eredità di Ciampi rimane oggi più attuale che mai. In un tempo segnato da sfide globali e crisi di identità nazionale, il suo richiamo all’unità e alla memoria condivisa risuona come un invito a riscoprire i valori fondanti della nostra democrazia.

Il suo settennato non fu solo un periodo di celebrazione del passato, ma anche un momento di progettazione del futuro. I simboli della Repubblica diventarono strumenti per costruire una nuova stagione di coesione sociale e di fiducia nelle istituzioni. Ciampi ci ha lasciato un insegnamento prezioso: i valori della nostra storia sono il fondamento su cui costruire una società più equa, solidale e consapevole delle sue radici.

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