Confintesa FP: “Un nuovo modello di relazioni sindacali per tutelare i lavoratori, al di là dei colori politici”
AgenPress. Confintesa Funzione Pubblica ritiene fondamentale fare chiarezza sul tema dei rinnovi contrattuali nel Pubblico Impiego, anche alla luce dei dati (fallimentari) dello sciopero indetto da CGIL e UIL.
Non possiamo dimenticare che i lavoratori pubblici hanno subito un blocco dei rinnovi contrattuali per oltre nove anni, senza che si verificassero significative proteste. L’ultimo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per il comparto ministeri prima del blocco risale al biennio economico 2008-09, firmato il 23 gennaio 2009.
Dal 2010, con il Governo dell’epoca che sospese i rinnovi contrattuali “a causa della crisi economica e delle politiche di austerità,” si è aperta una lunga fase di stallo. Nonostante la caduta di quel Governo, i successivi esecutivi hanno mantenuto il blocco, noncuranti dell’aumento dell’inflazione:
- Silvio Berlusconi (IV Governo): 8 maggio 2008 – 16 novembre 2011
- Mario Monti: 16 novembre 2011 – 27 aprile 2013
- Enrico Letta: 28 aprile 2013 – 21 febbraio 2014
- Matteo Renzi: 22 febbraio 2014 – 12 dicembre 2016
- Paolo Gentiloni: 12 dicembre 2016 – 1° giugno 2018
Un cambio significativo si è avuto il 30 novembre 2016, quando le grandi Confederazioni sindacali, attraverso un accordo con il Governo Renzi, hanno accettato il passaggio dal rinnovo biennale a quello triennale. Questo accordo, recepito con il CCNL 2016-18, non prevedeva clausole di salvaguardia contro l’inflazione, a differenza del contratto dei metalmeccanici.
Il CCNL delle Funzioni Centrali, firmato il 12 febbraio 2018, ha previsto un aumento medio del 3,48%, a fronte di un’inflazione accumulata negli anni del blocco pari all’11,48%. CGIL e UIL firmarono senza sollevare particolari proteste o “rivolte sociali”.
Un contratto che guarda al futuro
La firma del nuovo Contratto Nazionale, avvenuta lo scorso 6 novembre, rappresenta per Confintesa un passo avanti significativo. Il CCNL prevede:
- Incremento medio dei salari di circa 165 euro mensili per tredici mensilità (circa il 6%).
- Settimana lavorativa su quattro giorni (a scelta delle Amministrazioni).
- Buoni pasto per il lavoro agile.
Ma la vera innovazione risiede nell’impegno a iniziare il rinnovo contrattuale 2025-27 già all’inizio del 2025, con uno stanziamento iniziale di 4,4 miliardi di euro: un risultato senza precedenti dalla privatizzazione del Pubblico Impiego nel 1993.
CGIL e UIL, invece, non puntavano a un aumento complessivo del 15%, ma chiedevano di spostare parte delle risorse della Legge di Bilancio per un incremento dell’1,8%, arrivando al 7,6%. Tale ritardo avrebbe potuto compromettere la partenza del prossimo ciclo di contrattazione.
Protestare o collaborare?
Confintesa evidenzia come l’efficacia delle proteste sembri variare in base al colore politico dei Governi, piuttosto che alle reali necessità dei lavoratori. Il nostro obiettivo è collaborare per rendere concretamente fruibili le nuove norme contrattuali e promuovere un modello di relazioni sindacali moderno e innovativo.