AgenPress. Molti politici che si definiscono cristiani proferiscono parole inflazionate, mostrando rispetto e ammirazione per le persone a scopo di interesse.
I politici che si riempiono la bocca di cristianesimo, non frequentando i luoghi di culto, non essendo attivi nel sociale, non condividendo i dogmi, non rispettando i principi etici e morali indicati nelle Sacre Scritture, e accettando quanto detto solo come consiglio, non come dovere, possono definirsi cristiani impegnati in politica?
Loro ritengono che essere cristiani impegnati in politica significa, fare il segno della croce, evocare Gesù quando gli conviene, esprimendo un’appartenenza identitaria che fa affidamento ai simboli e alle parole.
La loro bocca proferisce parole inflazionate, mostrando rispetto e ammirazione per le persone a scopo di interesse materiale ed utilizzando i testi sacri a convenienza e modernizzati e molte volte addirittura non avendoli mai letti. Il tutto per loro è cristianesimo.
I cristiani impegnati in politica si conoscono dalle opere e attraverso queste conosciamo il loro spirito di verità e di errore. Ricordiamo, ad esempio, Neemia che non riparò solo le mura di Gerusalemme ma anche le ferite che si erano create negli animi degli abitanti di Gerusalemme, privi di ogni tutela e schiacciati dalle tasse e dai debiti. I politici, oggi, hanno occhi per vedere ma non vedono e molti sono seduttori”.
Lo dice in un’intervista alla radio “Latter Glory “ il Presidente di Unione Cristiana, Sen. Domenico Scilipoti Isgrò.