A. Mussolini: “Vietare i social ai minori di sedici anni non è una soluzione”

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AgenPress. Vietare i social ai minori di sedici anni? Ci stanno pensando in Australia e scommetto che anche qui da noi si alzerà il genio di turno per accodarsi. Un nuovo divieto, perché no?
Se va così, del resto, ai minori di sedici anni potremmo vietare le scale, la bicicletta e le posate di metallo. Perché ci si può fare del male, e molto seriamente, in tanti modi, anche utilizzando strumenti apparentemente banali.
Che i social presentino seri profili di rischio è evidente, ma il punto è questo: se si vogliono crescere dei figli narcotizzandoli con i palmari fin da bambini, per potersene occupare di meno, allora il rischio certo che c’è, ma la colpa è davvero dei social?
Se invece, fin da piccoli, i nostri figli li abituiamo a leggere anche un libro (ce li ricordiamo i libri? Beh, per fortuna esistono ancora), e ci prendiamo cura di abituarli allo sport, che non è una cosa che si fa guardando la televisione, ma uscendo all’aria aperta, e gli forniamo modelli integrativi, alternativi a quelli dominanti sui social. Beh, allora i rischi si possono abbassare significativamente.
Belle parole, si dirà, parlare è facile. Ma mettere uno smartphone in mano a un bambino e ignorarlo per ore è ancora più facile. In questo modo proteggerli dai pericoli dei social (magari con un divieto che diventa addirittura affascinante e divertente per loro aggirare) diventa ancora più complicato.
E’ quanto dichiara, in un post su Facebook, Alessandra Mussolini.
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