Divieto uccisione pulcini maschi: Animal Equality protesta davanti ai Ministeri in mancanza del decreto

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“La legge che vieta la loro uccisione nell’industria delle uova rischia di rimanere solo su carta”


AgenPress. L’organizzazione internazionale per la protezione degli animali allevati a scopo alimentare è scesa in strada a Roma per protestare contro i ritardi nell’attuazione della legge che vieta l’uccisione di decine di milioni di pulcini maschi nell’industria delle uova.

Questa mattina gli attivisti di Animal Equality hanno manifestato con striscioni e cartelli davanti al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle foreste e al Ministero della Salute per chiedere di adottare i provvedimenti ancora mancanti necessari per fermare l’uccisione dei pulcini maschi, come previsto dalla legge storica approvata nel 2022.

“Oggi siamo qui per far sentire la voce degli animali e chiedere di rispettare le norme che li dovrebbero tutelare. Esiste una legge che vieta espressamente di abbattere i pulcini maschi, uccisi a milioni in Italia ogni anno, eppure finché il governo tarderà ad adottare gli ulteriori provvedimenti necessari per la sua attuazione, questo divieto rischia di rimanere solo su carta. A subirne gli effetti più dolorosi sono animali appena nati e indifesi, uccisi poche ore dopo essere venuti al mondo, solo perché l’industria non li considera utili ai propri scopi. Questo è inaccettabile. Il governo deve rispettare il proprio mandato nei confronti di Parlamento, cittadini e animali.” dichiara Ombretta Alessandrini, responsabile delle Campagne di Animal Equality Italia.

Ogni anno, in Italia, oltre 30 milioni di pulcini maschi vengono gassati o triturati vivi, ancora coscienti, perché considerati scarti di produzione dall’industria delle uova. La petizione lanciata da Animal Equality nel 2020 ha raccolto le firme di oltre 110 mila cittadini italiani schierati contro la terribile uccisione di questi animali appena nati.

Attualmente, l’adozione dei provvedimenti relativi alla legge 4 agosto 2022, n.127, che istituisce il divieto di uccisione dei pulcini maschi in Italia entro la fine del 2026, risulta ancora incompleta. La scadenza per l’emanazione dei provvedimenti rimasti in sospeso era fissata per il 7 aprile 2024 e la mancata attuazione della normativa rischia di continuare a favorire l’abbattimento di milioni di pulcini attraverso pratiche dolorose.

Per garantire che il divieto di abbattimento sia efficace, il decreto attuativo della legge prevede tra l’altro l’implementazione e la promozione delle tecnologie di ovosessaggio all’interno dell’industria delle uova. Queste tecnologie sono in grado di rilevare il sesso dell’embrione e di evitare l’uccisione mediante triturazione dei pulcini una volta nati. Nonostante le necessità previste dalla legge, attualmente non risultano tuttavia fondi stanziati per sostenere la transizione verso l’ovosessaggio da parte delle aziende.

Anche per questo motivo, gli Onorevoli M5S Alessandro Caramiello, Sergio Costa e Susanna Cherchi hanno di recente presentato alla Camera un’interrogazione con cui hanno chiesto al governo come intende attuare il divieto previsto dalla legge, con particolare riferimento alle questioni legate all’etichettatura, alla ricollocazione dei pulcini, alle tecnologie di ovo sessaggio e all’adattamento degli incubatoi richiesti dalla norma.

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