AgenPress. “Trovo vergognose le parole del ministro Tajani che prima afferma di voler aiutare l’Ucraina in tutto e per tutto, ma poi vuole impedirle di utilizzare le armi che gli mandiamo per colpire le postazioni in territorio russo che giorno per giorno colpiscono l’Ucraina. Non stiamo parlando di permettere all’Ucraina di bombardare quartieri residenziali in Russia, come Tajani e Meloni ben sanno, ma di postazioni militari sensibili. Questa è una posizione folle, sarebbe come voler impedire a un soldato di sparare contro una postazione nemica in territorio ostile, perché sarebbe considerato un atto di aggressione”.
Commenta così le parole del Ministro Tajani il politologo e professore di relazioni internazionali Vittorio Emanuele Parsi ai microfoni di Radio Cusano, nel corso della trasmissione ‘5 Notizie’ condotta da Gianluca Fabi.
E prosegue “Il comportamento dell’Italia è vergognoso. Se l’Italia volesse veramente aiutare gli ucraini, basterebbe andare a capire come sia possibile che il nostro paese sia diventato il principale esportatore del Kirghizistan, paese vicino alla Russia sotto tutti i punti di vista.
Da lì arrivano molte delle risorse destinate al Cremlino, praticamente in questo modo si aggirano le sanzioni imposte dall’Europa. La premier Meloni continua a parlare di un Italia sempre più rispettata-dichiara Parsi- ma in questo modo noi facciamo la figura dei magliari”.
Parsi commenta poi la concessione fatta invece da Biden all’Ucraina nell’uso delle armi in territorio nemico “mi sembra che l’uso della forza sia l’unica chance che Putin ha lasciato a noi occidentali. Dall’inizio del conflitto in Ucraina Putin ha cercato di ottenere con la sola violenza tutto quello che voleva, chiedendoci la resa incondizionata dal principio. Bisogna capire che la vittoria è l’unica via per arrivare alla pace.
In tal senso trovo sinceramente inconcepibile come i giornali italiani abbiano potuto operare un’inversione della logica così spaventosa. Loro parlano di una mossa di Biden che non fa altro che alimentare il conflitto, al solo scopo di rendere scomoda la posizione del nuovo presidente Trump, ma non è vero. La sua è una semplice conseguenza-spiega- di un allargamento del conflitto che Putin per primo ha operato, quando ha introdotto in territorio di guerra i soldati nordcoreani.
Parlare di un allargamento del conflitto da parte dell’America è semplicemente surreale, si sta cercando solo di reagire alle mosse di Putin”. Il politologo termina il proprio intervento analizzando la possibilità di una rappresaglia russa fino all’arrivo di un conflitto nucleare “da quando è esistita la possibilità di un conflitto nucleare la paura di arrivarci c’è sempre stata. Il problema-spiega- è che la paura è una cattiva consigliera, soprattutto in questioni belliche. Io ricordo come negli anni ’80, durante la Guerra Fredda, prendevano piede i movimenti pacifisti per impedire le escalation, ma portava a poco.
Quando i sovietici puntarono i loro missili sull’occidente, l’unico modo di impedire il conflitto fu quello di schierare a nostra volta dei missili. Dobbiamo renderci conto-conclude – che Putin continua ad usare questa paura contro di noi, ma non dobbiamo farci prendere dal panico. Ogni volta che si trova in difficoltà usa il fantasma del conflitto nucleare per spaventarci, per poter prendere ciò che vuole. Lui è solo un bravo giocatore di poker, sa benissimo che se usasse le armi nucleari la rappresaglia occidentale arriverebbe immediatamente, e non potrebbe sopravvivere. Lui sfrutta solo la nostra paura, non bisogna averne e al contrario si deve rispondere sul campo”, conclude Parsi.