Amsi, Umem, Uniti per Unire: Pieno sostegno allo sciopero e alla protesta di Medici e Infermieri

- Advertisement -
- Advertisement -

AgenPress. “Noi di AMSI, UMEM e Uniti per Unire siamo con voi, siamo al fianco di medici e infermieri che protestano e scioperano questa mattina per difendere i diritti e la dignità delle professioni sanitarie. È arrivato il momento di ascoltare la voce di chi, ogni giorno, garantisce la salute dei cittadini con sacrificio e abnegazione,”. Esordisce così, con parole cariche di significato, il Prof. Foad Aodi, fondatore e leader di AMSI, Associazione Medici di Origine Straniera in Italia, di Umem, Unione Medica Euromediterranea e del Movimento Internazionale Uniti per Unire, membro registro esperti FNOMCEO e già 4 volte Consigliere dell’Ordine dei Medici di Roma e docente all’università di Tor Vergata per fisioterapisti ed Infermieri, attraverso una nota congiunta di tutte le associazioni e i movimenti che presiede.

Le organizzazioni, da sempre impegnate nella tutela dei professionisti della sanità, sottolineano la gravità delle problematiche che stanno conducendo alla legittima mobilitazione:

  • “Il finanziamento insufficiente dei contratti di lavoro, la mancata valorizzazione economica di medici e infermieri e il ritardo nell’introduzione di norme basilari come la depenalizzazione dell’atto medico stanno esaurendo la resistenza di un’intera categoria. È indispensabile ridare serenità e dignità a chi lavora in condizioni sempre più precarie e insostenibili,” afferma perentorio Aodi.

Tra le questioni più urgenti evidenziate, le associazioni richiamano:

  • L’esodo di professionisti verso l’estero“È fondamentale introdurre misure concrete per trattenere i nostri medici e infermieri. I giovani devono tornare a vedere nelle professioni sanitarie un futuro possibile, con percorsi di carriera chiari, salari adeguati e carichi di lavoro umani.”
  • Le aggressioni al personale sanitario“Non possiamo più tollerare l’escalation di violenze contro chi cura e assiste. È necessario ripristinare un clima di fiducia tra pazienti e professionisti, anche attraverso la creazione di presidi di pubblica sicurezza negli ospedali.”
  • Carenza di personale e condizioni organizzative difficili“Gli organici sono ridotti all’osso, e le assunzioni immediate sono l’unica strada per evitare il collasso del sistema. Occorre investire nella sanità pubblica, garantendo dignità lavorativa e snellendo i tempi delle liste d’attesa, per non spingere altri professionisti verso il privato.”

Le associazioni presiedute da Aodi ribadiscono, inoltre, il proprio impegno storico a favore dell’integrazione e dell’inserimento professionale dei medici e infermieri di origine straniera: “Semplificare la burocrazia, contrastare la discriminazione e aumentare le retribuzioni sono azioni necessarie per valorizzare chi ha scelto di esercitare la propria professione in Italia, contribuendo al nostro sistema sanitario.”

“Chiediamo alla politica lungimiranza e concretezza. Il futuro della sanità dipende dalla capacità di rispondere subito ai problemi di oggi, con soluzioni che mettano al centro il benessere dei professionisti e la qualità dell’assistenza ai cittadini,” conclude Aodi.

Le associazioni invitano medici, infermieri e cittadini a unirsi nel sostenere le ragioni dello sciopero del 20 novembre, per difendere il diritto a una sanità pubblica equa, sicura e di qualità per tutti.

“La sanità è il cuore pulsante del nostro Paese, e oggi quel cuore rischia di spezzarsi. Noi di AMSI, UMEM e Uniti per Unire siamo al fianco di chi lotta per difendere la dignità e i diritti dei medici, degli infermieri e di tutto il personale sanitario. Siamo con voi, perché la vostra battaglia è la battaglia di tutti,” dichiara il Prof. Foad Aodi, in un appello che si unisce al grido di protesta dei professionisti della salute.

Noi sosteniamo e difendiamo la sanità in tutte le sue forme, sia pubblica che privata, poiché non è giusto continuare a scaricare le responsabilità delle difficoltà della sanità pubblica su quella privata. Questo tipo di contrapposizione sembra essere un fenomeno prevalentemente italiano, ma è una narrativa divisiva che non aiuta a risolvere i problemi.

Noi ci impegniamo a tutelare i professionisti della sanità, senza distinzione, sia coloro che operano nel sistema pubblico sia chi lavora nel privato. Tuttavia, le criticità non solo persistono, ma si stanno aggravando: nel 2024 si è registrato un ulteriore peggioramento.

Alcuni dati sono allarmanti (statistiche Amsi 2024).

  • Fuga all’estero dei professionisti sanitari: +33%.
  • Aumento delle aggressioni a medici e infermieri: +46%.
  • Carenza di personale sanitario in costante crescita.
  • Le richieste di supporto all’AMSI e all’UMEM sono aumentate del 44%.
  • La migrazione dal settore pubblico verso altre occupazioni: +35%.
  • Le dimissioni dal pubblico, sia di medici che di infermieri, sono aumentate del 28%.

Questi numeri dimostrano chiaramente che la situazione continua a peggiorare. La sanità italiana, ormai da molti anni, è in uno stato critico paragonabile al coma, e purtroppo non si intravedono soluzioni concrete che possano portarla a un pieno recupero.

Nel giorno della protesta e dello sciopero, le associazioni ribadiscono il loro pieno sostegno allo sciopero indetto per denunciare le condizioni critiche della sanità italiana e per chiedere interventi strutturali e immediati che restituiscano dignità a chi ogni giorno si dedica con sacrificio alla cura delle persone.

SALARI ADEGUATI E CONDIZIONI DI LAVORO DIGNITOSE: UNA RICHIESTA NON PIÙ RINVIABILE

Le professioni sanitarie stanno affrontando una crisi senza precedenti. “Il finanziamento insufficiente dei contratti, il mancato riconoscimento della specificità del lavoro infermieristico e la mancata estensione delle indennità alle ostetriche sono un affronto alla dedizione di chi opera in prima linea,” spiega Aodi.
Le associazioni sottolineano come il ritardo nel miglioramento delle condizioni economiche e contrattuali stia spingendo molti professionisti a lasciare il sistema pubblico o, peggio, a emigrare all’estero. “La fuga dei medici e degli infermieri è un’emorragia che dobbiamo fermare subito, con salari adeguati, percorsi di carriera chiari e un riconoscimento concreto del carattere usurante di queste professioni.”

FERMIAMO LE AGGRESSIONI, RIDIAMO SERENITÀ AI PROFESSIONISTI

La sicurezza degli operatori sanitari è una priorità. “Non possiamo più assistere passivamente all’escalation di violenze nei confronti del personale medico e infermieristico,” afferma Aodi.
Le aggressioni, fisiche e verbali, sono ormai una tragica realtà quotidiana in molti ospedali italiani. Le associazioni chiedono interventi decisi per garantire presidi di pubblica sicurezza nelle strutture sanitarie, ma anche un profondo lavoro di ricostruzione del rapporto di fiducia tra pazienti e professionisti.

PERSONALE RIDOTTO ALL’OSSO: IL COLLASSO DEL SISTEMA VA EVITATO

Con organici sempre più ridotti, i carichi di lavoro diventano insostenibili, mettendo a rischio la salute di chi lavora e la qualità dell’assistenza ai pazienti. “Le assunzioni immediate sono l’unica risposta possibile. Non possiamo accettare che il piano per l’inserimento di professionisti italiani sia rimandato al 2026, mentre la carenza di medici di famiglia e specialisti è già oggi drammatica,” sottolineano le associazioni.
Amsi, UMEM e Uniti per Unire propongono soluzioni lungimiranti: potenziamento degli organici, organizzazione più efficiente del lavoro e una vera riforma della sanità ospedaliera e territoriale.

UNA SANITÀ PER IL FUTURO: VALORIZZARE GIOVANI E PROFESSIONISTI STRANIERI

“Abbiamo sempre sostenuto l’integrazione dei professionisti di origine straniera, ma l’accoglienza deve andare di pari passo con la semplificazione burocratica e la valorizzazione delle competenze locali,” dichiara Aodi.
Per rendere le professioni sanitarie nuovamente attrattive, occorre ridurre la pressione economica sui lavoratori con una reale detassazione dei salari e offrire opportunità di carriera che diano ai giovani una prospettiva concreta e dignitosa.

DEFINIAMO UN NUOVO PATTO PER LA SANITÀ

Amsi, UMEM e Uniti per Unire lanciano un appello alla politica: “Non lasciamo morire la sanità pubblica. Serve coraggio, visione e un piano strutturale che metta al centro i professionisti e i cittadini.” Tra le richieste urgenti:

  • Depenalizzazione dell’atto medico per ridurre la medicina difensiva e garantire maggiore serenità a chi cura.
  • Snellimento delle liste d’attesa, per riportare efficienza e vivibilità nei servizi sanitari.
  • Sospensione del vincolo di esclusività per gli infermieri e i professionisti sanitari, che limita il loro potenziale contributo.

“Rendere vivibile la sanità è una responsabilità di tutti. La mobilitazione del 20 novembre non riguarda solo medici e infermieri, ma ogni cittadino che crede nel diritto a un’assistenza equa, sicura e di qualità,” conclude Aodi. “Noi saremo sempre al vostro fianco.”

- Advertisement -

Potrebbe Interessarti

- Advertisement -

Ultime Notizie

- Advertisement -