Dichiarazione di James Elder, Portavoce UNICEF
AgenPress. “Nonostante più di 200 bambini siano stati uccisi in Libano in meno di due mesi, è emerso un quadro sconcertante: la loro morte si scontra con l’inerzia di chi è in grado di fermare questa violenza. Negli ultimi due mesi, in media ogni giorno, più di 3 bambini sono stati uccisi in Libano e molti altri sono stati feriti e traumatizzati.
Per I bambini del Libano, è diventata una silenziosa normalizzazione dell’orrore. Nel tentativo di rompere questo stato di cose.
Analizziamo solo gli ultimi 10 giorni per i bambini in Libano:
· Domenica 10 novembre: Sono stati uccisi 7 bambini della stessa famiglia allargata. La famiglia, composta da 27 persone, tutte uccise, stava cercando rifugio sul Monte Libano dopo essere fuggita dalle violenze nel sud del Paese.
· Lunedì: altri 2 bambini sono stati uccisi con la loro madre. 10 sono stati feriti.
· Martedì: 13 bambini sono stati uccisi, altri 13 sono stati feriti, compreso Agmad di 8 anni che è l’unico sopravvissuto al bombardamento.
· Mercoledì: 4 bambini sono stati uccisi, sempre mentre cercavano di fuggire dai combattimenti nel sud del Paese.
· Giovedì: 3 bambini sono stati uccisi, 13 sono rimasti feriti.
· Sabato scorso (16 novembre): 5 bambini sono stati uccisi, di cui 3 della stessa famiglia.
Tra i feriti, Celine Haidar, giovane calciatrice della Nazionale libanese. È in coma a causa di una scheggia nella testa, proveniente da un missile che ha colpito Beirut mentre cercava di fuggire dalla zona.
·Domenica: 2 bambine di 4 anni sono state uccise.
Dobbiamo sperare che l’umanità non assista mai più al livello di massacro dei bambini a Gaza, anche se ci sono analogie agghiaccianti per i bambini in Libano.
1. Le centinaia di migliaia di bambini rimasti senza casa in Libano.
2. Gli attacchi sproporzionati, molti dei quali colpiscono spesso infrastrutture su cui i bambini fanno affidamento. Le strutture mediche vengono attaccate e gli operatori sanitari vengono uccisi a una velocità crescente. Al 15 novembre, più di 200 operatori sanitari sono stati uccisi e 300 feriti, secondo il Ministero della Salute Pubblica del Libano.
3. Nonostante gli sforzi di inizio di Novembre di aprire alcune scuole per i bambini in Libano, visti i diffusi attacchi nel weekend, tutte restano ancora chiuse.
4. La quarta agghiacciante somiglianza con Gaza: il grave impatto psicologico sui bambini. I segni allarmanti di turbolenza emotiva stanno diventando sempre più evidenti;
5. E il parallelo più preoccupante con Gaza: l’escalation di bambini uccisi non suscita alcuna risposta significativa da parte di chi ha influenza.
In risposta alla crisi umanitaria: l’UNICEF ha fornito decine di migliaia di coperte, sacchi a pelo, materassi, kit igienici, pasti, centinaia di docce e servizi igienici. Abbiamo sostenuto la riapertura di scuole pubbliche, squadre sanitarie mobili che raggiungono i bambini. Stiamo fornendo supporto psicosociale ai bambini; stiamo fornendo tonnellate di forniture mediche a un sistema sanitario sotto attacco; e il nostro lavoro sull’acqua ha fatto sì che 450.000 persone abbiano nuovamente accesso ad acqua sicura. Tutto questo, nonostante l’ultimo appello dell’UNICEF sia finanziato per meno del 20%. Con l’intensificarsi degli attacchi, si intensifica anche il livello dei bisogni.
In Libano, proprio come a Gaza, l’intollerabile si sta trasformando silenziosamente in accettabile. E l’orribile sta diventando qualcosa di prevedibile.
E ancora una volta, le grida dei bambini rimangono inascoltate, il silenzio del mondo diventa assordante e ancora una volta permettiamo che l’inimmaginabile diventi il paesaggio dell’infanzia. Una nuova normalità orribile e inaccettabile”.