Panarari: “Negli USA crisi della democrazia e leader che controllano la società con patrimoni e tecnologie. Musk? Unisce potere pubblico a interessi privati”

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AgenPress. “Ci sono alcuni elementi di trasformazione evidenti nello scenario democratico globale. Negli USA in particolare stanno avvenendo delle importanti metamorfosi che influenzeranno poi le tendenze globali, come per esempio il fatto che gli elettori si stiano pian piano ritirando sempre di più dalla vita pubblica svolgendo gran parte della loro esistenza sulle piattaforme sociali.

Ne consegue che i confini democratici sono sempre meno distinguibili, concetto evidenziato dalle teorie cospirative che circolano sui nuovi media e che hanno condotto poi all’assalto al Campidoglio, simbolo della crisi della democrazia e dell’atteggiamento eversivo”.

Esordisce così il prof. Massimiliano Panarari, sociologo della comunicazione intervenuto in onda su Cusano Italia Tv durante la trasmissione ‘L’imprenditore e gli altri’ in merito allo scenario attuale statunitense. E prosegue “ricordiamo che questo evento è stato fortemente foraggiato dal nuovo presidente degli USA, Trump, che oggi si avvale della collaborazione di un uomo come Elon Musk il quale pensa che il mondo sia spacciato e che la democrazia non funzioni così com’è. In questo quadro, la democrazia viene meno ed è sostituita da leader carismatici come lui che attraverso i loro patrimoni e le nuove risorse tecnologiche controllano la popolazione e l’andamento della società”.

Il professore analizza poi il comportamento di Elon Musk “oramai non si nasconde più e rende evidente come un uomo non eletto possa prendere decisioni politiche: questo è un grande indizio sul fatto che i limiti del costituzionalismo liberale sono saltati e si sono mescolati ad alcuni paradossi postmoderni.

Oggi le masse di sottoproletariato bianco-spiega Pananari- votano multimilionari come Trump, o credono persino in miliardari come Musk che investono per indirizzare le campagne elettorali. Questi monopolisti condizionano attraverso i media la vita democratica, come una volta accadeva nell’800 con i famosi ‘robber barons’, persone con dei capitali spaventosi che attraverso l’uso dei sistemi di indirizzo del tempo controllavano la vita sociale. Ora non è la stessa cosa ma a San Francisco-ricorda il Professore- ci sono orde di senzatetto distrutte dal Fentanyl, che è un oppiaceo ma che viene distribuito legalmente per volontà delle grandi corporazioni.

Oggi come allora ci troviamo dinanzi alla volontà di alcuni grandi capitalisti come Musk che attraverso i media cambiano la vita democratica facendo saltare i paletti della democrazia liberale e unendo così il potere pubblico ai grandi interessi privati, attuando una sorta di governance neoliberista”.

Il sociologo termina il proprio intervento parlando del rapporto tra Trump e Musk “ci sono e ci sono stati degli importanti segnali di conflitto tra questi due personaggi; oggi si parla del fatto che Trump abbia indicato alcuni ministri ma Musk non sia d’accordo con le sue scelte. Musk, come detto, è una figura futurista e importante nello scenario globale, ma che mal si intende con la forma liberale di governo la quale potrebbe essere sostituita da un nuovo modello, che non sarà la dittatura-precisa- ma sicuramente qualcosa che rispetto alla democrazia fornirà risposte più dirette e semplici, che non sempre sono le migliori.

Persone come Trump sono da sempre tendenti a contornarsi da chi reputano addette a succedergli, ma spesso quando queste si rendono indipendenti vengono distrutte dai loro mentori. Sicuramente Trump ha una profonda stima per Musk, perché è un uomo diverso da lui e molto intelligente con cui potrà costruire il mondo nuovo. Agli occhi di Trump, Musk è un alleato importante che potrà aiutarlo nella lotta tecnologica con la Cina, ma sicuramente Musk non potrà mai diventare il presidente degli Stati Uniti poichè non è nato in territorio americano. La Costituzione americana si potrebbe anche cambiare, ma io credo che un intervento di questo tipo scatenerebbe inevitabilmente una reazione” conclude Panarari.

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