AgenPress – Sempre meno bambini e sempre più poveri. È questo il primo significativo dato emerso dalla XV edizione dell’Atlante dell’Infanzia a rischio in Italia, dal titolo “Un due tre…Stella. I primi anni di vita”, che abbiamo pubblicato oggi.
L’Italia nel 2023 ha conosciuto unnuovo record negativo per la natalità, con meno di 380mila nuovi nati, mentre la povertà continua a colpire i minori, specialmente i più piccoli: la povertà assoluta colpisce il 13,4% delle bambine e dei bambini tra 0 e 3 anni, e circa 200mila di età compresa tra 0 e 5 anni vivono in povertà alimentare, in famiglie che non riescono a garantire almeno un pasto proteico ogni due giorni. Quasi un bambino su dieci della stessa fascia d’età ha sperimentato la povertà energetica, ovvero ha vissuto in una casa che in inverno non era riscaldata in modo adeguato.
L’Atlante dell’Infanzia (a rischio) di quest’annoci racconta l’Italia dei piccolissimi, di quei bambini che vengono al mondo in un Paese fragile, in cui l’ascensore sociale sta precipitando velocemente. È in questo contesto che i primi mille giorni di vita si trasformano da essere una grande opportunità per far fiorire interessi e capacità a diventare un percorso a ostacoli, che lascia indietro e penalizza quelli che nascono nei contesti più fragili.
In Italia, le famiglie in povertà assoluta in cui sono presenti minori sono quasi 748mila. Famiglie che negli ultimi anni hanno dovuto fare i conti anche con l’aumento dei prezzi di alcuni beni e servizi essenziali per la prima infanzia:
- da un’analisi realizzata con il Centro Studi di Confindustria, emerge infatti che dal 2019 al 2023 una spesa indispensabile, come quella per “latte e pappe” è salita del 19,1% (più dell’aumento dell’inflazione pari al 16,2%),
- il costo per la frequenza degli asili nido è aumentato dell’11,3%, con riferimento in particolare all’offerta privata, mentre per i posti finanziati dai Comuni l’aumento è pari all’1,5%,
- secondo un’elaborazione svolta con il Centro Studi Confindustria sui dati diffusi da Federconsumatori, tra il 2014 e il 2024, i costi pre-nascita come visite mediche, ecografie, abbigliamento premaman, sono cresciuti del 37%,
- aumenti significativi per le famiglie anche nelle spese del primo anno di vita, in particolare per le famiglie con i redditi medio bassi: dal 2021 al 2024 le spese per i pannolini, ad esempio, sono cresciute dell’11% per quanto riguarda i costi minimi, ovvero per i pannolini meno cari (552 euro annui).
I minori in povertà assoluta in Italia sono 1 milione 295mila, pari al 13,8% del totale. Sono i bambini e le bambine ad essere i più poveri a confronto con le altre generazioni: 6,2% degli anziani over 65, del 9,4% dei 35-64enni, e dell’11,8% dei 18-34enni.
Nel 2023, l’8,5% del totale delle bambine e dei bambini vivevano in povertà alimentare, una percentuale cresciuta rispetto al 7,7% del 2021. Il 9,7% della stessa fascia d’età ha sperimentato la povertà energetica, cioè ha vissuto in una casa che non era adeguatamente riscaldata.
Queste deprivazioni nei primi anni vita costituiscono per i bambini che le vivono fattori nocivi alla salute e al benessere che continuano ad avere un impatto anche nelle fasi successive della vita, diventando fattori di trasmissione della povertà alle generazioni successive.
Nuovo record di denatalità
Nel 2023 l’Italia ha raggiunto un nuovo record di denatalità, con solo 379.890 nuovi nati. Le bambine e i bambini tra 0 e 2 anni rappresentano attualmente appena il 2% della popolazione nazionale, ma la disparità tra generazioni è destinata ad aumentare in futuro: secondo le previsioni ISTAT, infatti, se oggi bambini e giovani fino a 18 anni sono il 15,3% della popolazione, nel 2050 saranno il 13,5%. Al contrario, la generazione più anziana (over 65) passerà dall’attuale 24% al 34,5% nel 2050.
Anche dal punto di vista territoriale, i dati confermano questa tendenza negativa per la natalità: nel 2023 in 340 Comuni italiani, non è nato nessun bambino e in 72 Comuni non ci sono bambini sotto i 3 anni.