AgenPress – “Raffaele Fitto non avrà i voti dei socialisti in commissione Affari Regionali, in nessun caso. Si è rotta completamente la fiducia con il Ppe, non c’è più. Non è una questione spagnola, né un problema con l’Italia o con Fitto, ma un problema con l’estrema destra. Il pacchetto dei vicepresidenti è da cinque, quelli di S&d, Renew e Ppe: noi negoziamo per quel pacchetto. Se vogliono votare Fitto con un’altra maggioranza, lo votino”.
E’ quanto sottolineano fonti del gruppo dei socialisti Ue. “Si è rotta completamente la fiducia con il Ppe, non c’è più. Fitto non avrà i voti dei socialisti in commissione Affari Regionali, in nessun caso. Non è una questione spagnola, né un problema con l’Italia o con Fitto, ma un problema con l’estrema destra. Il pacchetto dei vicepresidenti è da cinque, quelli di S&d, Renew e Ppe: noi negoziamo per quel pacchetto. Se vogliono votare Fitto con un’altra maggioranza, lo votino”.
Il no dei socialisti a Fitto ha portato a un nuovo scossone. All’interno del gruppo anche le posizioni dei dem, sulla scia dello scontro continuo da un lato con il Ppe e dall’altro con la Meloni, si sono irrigidite. Innescando nuovamente l’ira del premier italiano: “Signore e signori, ecco a voi la posizione del gruppo dei socialisti europei, nel quale la delegazione più numerosa è quella del Pd di Elly Schlein. L’Italia, secondo loro, non merita di avere una vicepresidenza della Commissione. Questi sono i vostri rappresentanti di sinistra”, ha ruggito via X la presidente del Consiglio.
“Basta favole, nel 2019 eri contro la nomina di Gentiloni a commissario europeo e organizzavi addirittura una protesta davanti a Palazzo Chigi”, ha replicato il dem Dario Nardella. Mentre Schlein ha proseguito con la linea del silenzio, sostenendo che Meloni, attaccando su Fitto, vuole distrarre l’attenzione dalla Manovra.
Inoltre, con la situazione di incertezza politica che si respira in Spagna e Germania e “l’uragano Trump” in arrivo a farne le spese potrebbe essere la von der Leyen. La numero uno dell’esecutivo europeo probabilmente sarà costretta a un nuovo giro di colloqui con le capitali. Provando a scongiurare così l’ombra delle dimissioni e un nome, su tutti, che circola con sempre maggiore insistenza, quello di Mario Draghi.