FAO. Cattive abitudini alimentari causano 8 T di dollari di costi nascosti. 45 paesi bisognosi di assistenza per mangiare

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AgenPress – Uno studio  della Food and Agriculture Organization delle Nazioni Unite (FAO) che ha coinvolto 156 paesi conferma che i costi nascosti nei sistemi agroalimentari globali ammontano a circa 12 trilioni di dollari all’anno. Di questa cifra, circa il 70 percento (8,1 trilioni di dollari) deriva da modelli alimentari non sani ed è collegato a preoccupanti malattie non trasmissibili (NCD) come malattie cardiache, ictus e diabete, superando di gran lunga i costi correlati al degrado ambientale e alle disuguaglianze sociali

The State of Food and Agriculture 2024 (SOFA), si basa sull’edizione del 2023 per fornire un’analisi ancora più approfondita, utilizzando la contabilità dei costi reali per esporre l’intera gamma di costi e benefici associati alla produzione, distribuzione e consumo di cibo, compresi quelli che non si riflettono nei prezzi di mercato, i cosiddetti “costi e benefici nascosti”. Il rapporto aggiorna tali stime dei costi, le divide per tipologie di sistema agroalimentare e traccia un percorso per un cambiamento trasformativo nei nostri sistemi agroalimentari.

Lo studio spiega nel dettaglio come i costi nascosti globali siano in gran parte dovuti ai costi nascosti sanitari, seguiti dai costi nascosti ambientali, nei sistemi agroalimentari più industrializzati dei paesi a reddito medio-alto e alto.

Nell’esaminare gli impatti sulla salute, il rapporto identifica 13 fattori di rischio dietetici. Questi includono un’assunzione insufficiente di cereali integrali, frutta e verdura; un consumo eccessivo di sodio; e un’assunzione elevata di carni rosse e lavorate, con notevoli differenze nei vari sistemi agroalimentari.

Sono 45 i paesi in tutto il mondo che hanno bisogno di assistenza alimentare esterna, mentre cinque vivono una condizione di emergenza acuta, rileva l’ultimo rapporto Crop Prospects and Food Situation, pubblicazione triennale del Sistema globale di informazione e allerta precoce (GIews) della Fao, che fornisce dettagli sulle condizioni di questi paesi, tra cui 33 paesi in Africa, nove in Asia, due in America Latina e nei Caraibi e uno in Europa, insieme a dati regionali sulle produzioni cerealicole previste per il 2024 in tutto il mondo, estremamente variegate.

I conflitti e l’insicurezza sono le principali cause della grave insicurezza alimentare, con le popolazioni della Striscia di Gaza, di Haiti, del Mali e del Sudan che nel 2024 stanno affrontando il livello massimo di insicurezza alimentare acuta. Il rapporto prevede che la produzione aggregata di cereali nei 44 Paesi a basso reddito con deficit alimentare, sarà marginalmente al di sopra della media quinquennale, con una produzione complessiva nei ‘Llow-income food-deficit countries’ africani che dovrebbe rimanere vicina alla media; si prevede infatti che i raccolti più bassi nell’Africa meridionale saranno compensati da aumenti in altre regioni. Le esigenze di importazione per questo gruppo di paesei, infinme, sono date in crescita dell’8% rispetto alla media quinquennale, con un aumento concentrato nell’Africa orientale e meridionale.

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