AgenPress. In relazione ai recenti dati di Eurostat che rivelano come quasi il 30% degli anziani extra-UE residenti in Europa si percepisca in cattive condizioni di salute, il Prof. Foad Aodi, presidente dell’AMSI (Associazione Medici di Origine Straniera in Italia) e dell’UMEM (Unione Medica Euromediterranea), interviene sottolineando le priorità e le sfide nell’accesso alla salute dei migranti.
Inserimento e aggiornamento professionale dei medici di origine straniera – “L’obiettivo primario dell’AMSI è sempre stato quello di sostenere i professionisti della sanità di origine straniera nel loro inserimento lavorativo e nel costante aggiornamento professionale. Dal 2001 con la creazione di 12 ambulatori Amsi dedicati agli stranieri in strutture pubbliche, abbiamo presentato dati e statistiche annuali, segno dell’impegno costante per migliorare l’accessibilità ai servizi sanitari”, spiega Aodi.
Differenze nella percezione della salute e la giovane immigrazione in Italia – “L’immigrazione in Italia è relativamente recente e presenta una popolazione mediamente più giovane rispetto a paesi come Francia e Germania, dove il numero di anziani è più elevato. Questa peculiarità spiega perché solo l’1,5% degli anziani extra-UE in Italia dichiara di percepire il proprio stato di salute come cattivo, un dato che, però, non deve distogliere l’attenzione dai problemi di accesso alle cure”, continua Aodi. “Il 43% dei migranti senza permesso di soggiorno teme di andare al pronto soccorso, una realtà che peggiora la gestione delle patologie e della prevenzione.”
Esigenze sanitarie e patologie più diffuse – “La mancanza di ambulatori STP (Straniero Temporaneamente presente) per i migranti irregolari costituisce una criticità per chi è privo di documenti. Tra le patologie più frequenti riscontriamo problemi gastrointestinali, ortopedici, cardiologici, diabetologici, neurologici e psicologici, spesso legati a difficoltà economiche e di integrazione familiare”, spiega Aodi. “Le donne migranti sono particolarmente vulnerabili a infezioni sessualmente trasmissibili, e tra loro spiccano casi legati al lavoro sessuale.”
Salute pediatrica e tema circoncisione – “Un’altra sfida irrisolta in tante regioni italiane è quella della circoncisione. Solo poche regioni italiane hanno istituito servizi autorizzati all’interno delle strutture pubbliche, nonostante le nostre continue denunce. Speriamo che questo problema venga affrontato a livello nazionale per garantire sicurezza e accesso uniformi.”
Prevenzione e coinvolgimento nei programmi sanitari – “A oggi chiediamo campagne informative e di prevenzione per coinvolgere i migranti, con o senza permesso di soggiorno, nei programmi di screening per il cancro al seno, alla prostata e al colon, soprattutto per chi ha più di 50 anni. È cruciale garantire la vaccinazione per le malattie infettive dei bambini, poiché molti piccoli migranti non hanno accesso a un pediatra. Anche il medico di famiglia ed il Pediatra dovrebbe essere garantito per tutti.”
Analisi dell’attualità – “Negli ultimi anni, la gestione del fenomeno migratorio ha fallito sia come proposte concrete per combattere L’immigrazione irregolare che nella politica per l’integrazione. Ci si è concentrati principalmente sugli interventi volti a impedire le partenze, ma solo l’11% di coloro che intraprendono il viaggio migratorio attraverso vie irregolari ed il mare riesce ad arrivare in Italia ed in Europa. Molti di loro tornano indietro a causa dell’impossibilità di proseguire, e di molti altri si perdono le tracce, spesso con esiti mortali, inclusi i decessi non dichiarati o per la violenza subita.
Il “percorso della speranza” porta con sé una serie di conseguenze drammatiche: malattie, indebolimento del sistema immunitario, traumi fisici e psicologici, violenze, abusi sessuali e malnutrizione. Gli immigrati, una volta giunti in Europa, spesso soffrono di patologie legate alle difficoltà affrontate durante il viaggio.
È fondamentale affrontare seriamente il fenomeno migratorio, combattere il traffico di esseri umani, attuare accordi bilaterali e promuovere politiche di integrazione, inclusa la tutela della salute. Questa sfida riguarda l’intera Europa, e tutti i Paesi devono essere coinvolti per trovare soluzioni efficaci e non strumentali che affrontino il problema globale della migrazione in modo completo. Risolvere la questione dell’immigrazione irregolare non è una questione di destra o sinistra o centro è una questione politica strutturale seria ed umana e civile prima di tutto”.
Chiamata all’uguaglianza e azioni per il futuro – “È necessario abbattere le barriere per l’accesso alle cure pubbliche e al pronto soccorso per chi non ha documenti, e garantire l’eguaglianza di trattamento in tutte le regioni e province italiane. Questa equità è fondamentale per la salute pubblica e per un’integrazione reale”, conclude Aodi, rinnovando l’impegno dell’AMSI e dell’UMEM e del Movimento internazionale Uniti per Unire insieme al loro Consiglio Direttivo.