Trentino. Aggredito da orso, operaio mostra le ferite. Lav chiede una perizia. Non si può condannare a morte per lievi escoriazioni

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AgenPress – “Non pensavo minimamente a un orso: quando mi sono sentito colpire alle spalle la prima cosa che ho pensato è che qualcuno, una persona, mi stesse spintonando”.

Lo ha detto Flavio Riccadonna, operaio comunale di 33 anni, raccontando che aveva approfittato di una tregua dal maltempo per andare a cercare funghi nei boschi sopra le frazioni di Marazzone, Cavaione e Rango, nel comune di Bleggio Superiore.

“Ho fatto quello che dicono di fare. Ho messo le mani dietro la testa per proteggere la nuca e mi sono sdraiato per terra per cercare di proteggermi. Poi una volta per terra ho potuto solo pregare”.

L’orso dopo avergli inferto una serie di zampate, si sarebbe subito allontanato, permettendo all’uomo di correre a valle fino a raggiungere il residence Imperial Wood, dove ha chiamato i soccorsi.

Sull’accaduto si è espressa la Lav.  “Non si può condannare a morte un orso per delle lievi escoriazioni, abbiamo inviato una lettera a Ministro della salute e dell’ambiente, chiediamo perizia sulle ferite della persona da parte del centro di referenza nazionale per la medicina forense veterinaria”.

Dopo la diffusione delle immagini relative alle ferite alla schiena dell’uomo coinvolto nell’incidente con un orso avvenuto nella serata del 19 ottobre, sono numerose le voci che esprimono scetticismo circa la reale causa di quelle escoriazioni.

In effetti, a ben vedere, risulta difficile pensare che un orso, con la forza di cui è dotato, possa avere inferto quelle che appaiono come delle abrasioni dovute allo sfregamento contro un cespuglio di rovi, un gatto sarebbe in grado di procurare tagli molto più profondi. Inoltre, le unghie degli orsi sono molto più grosse e poco affilate, risulta quindi perlomeno curioso che i bordi delle ferite siano così netti.

Siamo molto scettici circa la ricostruzione della Provincia che in fretta e furia ha dichiarato l’orso colpevole preannunciando la sua condanna a morte ma noi esigiamo maggiore chiarezza e trasparenza, per questo motivo abbiamo scritto ai Ministri della salute e dell’ambiente perché si disponga con la massima urgenza, una perizia sulle ferite riportate dall’uomo, ha commentato Massimo Vitturi.

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