Migranti in Albania. Tribunale Roma non convalida trattenimento. Devono tornare in Italia. Governo pronto al ricorso

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AgenPress – La sezione immigrazione del tribunale di Roma non ha convalidato il trattenimento dei migranti all’interno del centro italiano di permanenza per il rimpatrio di Gjader in Albania.

È quanto sostiene in sintesi uno dei giudici della sezione immigrazione del tribunale di Roma, nella sua ordinanza – riferendosi ai migranti portati nel centro Gjader in Albania- che non convalida il trattenimento di uno di loro. A quanto si apprende il trattenimento di almeno quattro migranti non sono state convalidate.

Il provvedimento era stato disposto per i dodici stranieri dalla questura di Roma il 17 ottobre scorso, i quali fanno parte dei 16 migranti (dieci provenienti dal Bangladesh e 6 dall’Egitto) trasportati in Albania al Cpr di Gjader dalla nave Libra della Marina militare italiana.

Secondo i giudici  i dodici migranti portati in Albania devono dunque tornare in Italia. I migranti erano stati soccorsi nella notte del 13 ottobre dalla Guardia di finanza nelle acque internazionali della zona Sar italiana e trasferiti a bordo della nave Libra della Marina Militare fino al porto di Shengjin e dal lì al centro di detenzione di Gjader.

“I due Paesi da cui provengono i migranti non sono sicuri, anche alla luce della sentenza della Corte di giustizia”. Per i giudici lo stato di libertà potrà essere riacquisito solo in Italia e per questo dovranno essere riaccompagnati nel nostro paese.

La mancata convalida del fermo dei migranti implica che non si possano applicare le procedure accelerate di frontiera per la valutazione delle loro richieste d’asilo, ovvero le uniche previste dal protocollo Italia-Albania. I dodici migranti dovranno essere quindi sottoposti alle procedure ordinarie che hanno tempi più lunghi e che andranno espletate altrove, non a Gjader.

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi nella serata del 17 ottobre ha già annunciato ricorso da parte del governo contro un provvedimento in tal senso dei giudici. “Noi tendiamo sul lungo periodo anche a sollecitare una giurisprudenza superiore, come la Cassazione”.

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