Carlo Corazza Direttore del Parlamento Europeo Ufficio Italia a Italian Innovability Forum By Remind

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AgenPress. Si è svolto a Roma presso Palazzo Wedekind l’Italian Innovability Forum organizzato da Remind in collaborazione con il Parlamento Europeo Ufficio Italia e Enea.

Tra gli autorevoli relatori del mondo dell’economia e delle istituzioni che hanno preso parte alla discussione insieme a Paolo Crisafi presidente di Remind anche Renato Loiero Consigliere del Presidente del Consiglio Meloni, Paolo Grasso Capo di Gabinetto del Vicepresidente del Consiglio Salvini, Marco Rago Consigliere del Vicepresidente Tajani, Luigi Fiorentino Capo Dipartimento Informazione e Editoria della Presidenza del Consiglio, Alessandra Gallone Consigliere del Ministro dell’Università e della Ricerca, Serafino Sorrenti Chief Information Security Officer della Presidenza del Consiglio, Salvatore Carroppolo Direttore Affari Generali Dipartimento Pnrr del Mase e Alberto Petrucci Direttore Dipartimento Economia e Finanze della Luiss.

Nel corso dell’Innovability Forum by Remind è stato, annunciato dal Sottosegretario all’Economia e alle Finanze Lucia Albano l’avvio dei lavori della cabina di regia per la valorizzazione del mattone di Stato presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze. L’importanza del ruolo della cabina di regia è stata ribadita dallo stesso Ministro Giancarlo Giorgetti nel corso della conferenza stampa sulla legge di bilancio.

Un Focus sul Walfare Sostenibile ha visto protagonista il Viceministro al Lavoro e alle Politiche Sociali Maria Teresa Bellucci. La giornata dedicata all’innovazione e alla sostenibilità ha visto il commento del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin che si è soffermato sulla fondamentale necessità di collaborazione tra Pubblico e Privato e sull’adozione di buone pratiche anche comportamentali come promosse da Remind.

Tra i protagonisti di Italian Innovability Forum by Remind Carlo Corazza Direttore del Parlamento Europeo Ufficio Italia ha così dichiarato: “Grazie a Paolo Crisafi e a Remind per questa importante occasione di confronto su un tema cruciale per la crescita e la competitività in Italia e in Europa. Patrocinio quindi con orgoglio l’iniziativa insieme a Enea. ​Il Parlamento europeo è leader nel perseguire la lotta ai cambiamenti climatici. Green deal principale azione legislativa della scorsa legislatura; sarà fondamentale anche in quella attuale dove serviranno cambiamenti per tenere conto delle esigenze di sicurezza, difesa e competitività industriale nell’attuale contesto internazionale con una guerra in Europa e il rischio di una guerra in medio oriente. ​Green deal ha 5 pilastri:⁠ 1) ⁠Target; 2) ⁠quadro normativo; 3)⁠finanziamenti; 4)⁠mercato interno; 5)⁠Diplomazia del green deal. 1/3 delle risorse del bilancio 2021/2027 (invest EU, Orizzonte europa, 40% fondi agricoli, etc.), 37% del PNRR, 50% prestiti BEI. ​Tra i provvedimenti più importanti approvati dal Parlamento europeo vi sono: ⁠rinnovabili al 42.5 entro 2030; ⁠Fine auto a combustione al 2035 e euro 7; case green con aumento di due classi energetiche dal 2027; ⁠ETS onerosa estesa anche a trasporti aerei e marittimi; economia circolare con eco-design e packaging; meccanismo adeguamento del CO alla frontiera; fondo per la transizione giusta.

​Alcune misure del pacchetto Fit for 55% sono al centro del dibattito in vista delle scelte che dobbiamo fare. I Partiti si dividono sule soluzioni da dare ai cambiamenti climatici, come lo hanno fatto al PE nel corso delle votazioni. Anche i destinatari queste normative giudicano alcuni approcci eccessivamente punitivi. Si sottolinea che così si rischia la delocalizzazione che peggiorerebbe le emissioni; e che senza una base industriale forte non saranno possibili innovazione e investimenti indispensabili per il successo del green deal

In generale si percepisce un eccesso di bastone e non abbastanza carota in termini di fondi. È chiaro che per completare il green deal serve rafforzare alcune politiche, come la politica industriale, l’acceso alle materie prime, la ricerca e lo sviluppo tecnologico a livello europeo. E per questo non bastano buone regole, come il meccanismo di compensazione del carbonio alla frontiera per evitare di indebolire la nostra base produttiva. Serve anche investire di più a livello europee. 250 mld almeno, come stimato dalla CE, e non meno di 70. Serve un tesoro europeo. Rendere permanente NGEU.

Altrimenti dovremmo fronteggiare USA e Cina che sussidiano le loro industrie green con aiuti di Stato nazionali che rischiano di rompere l’unità del mercato interno. Oggi il 50% di tutti gli aiuti di stato in Europa vanno alle imprese tedesche.

Questo dovrà necessariamente essere uno dei temi centrali della campagna elettorale, se vogliamo accelerare il perseguimento di target ambiziosi e tenerci industria, agricoltura, post di lavoro e consenso sociale. Senza consenso difficilmente la politica andrà avanti, perché alla fine l’ultima parola l’hanno le due camere europee dove siedono politici.

La necessità di un’Unione fiscale, economica e politica e di risorse adeguate per attuare il Green Deal rafforzando la competitività europea e la nostra autonomia strategica e sicurezza emerge in maniera chiara sia nel rapporto Draghi commissionato dalla Commissione europea che nel rapporto Letta al commissionato dal Consiglio europeo. La strada da seguire è questa, l’auspico è che il voto rafforzi la possibilità di riforme in questa direzione come richiesto dal PE.”

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