AgenPress – “Quello da cui bisogna partire è che chi ha figli in età giovane o scolare sostiene sicuramente più spese. Queste spese meritano un trattamento migliore. Spero che martedì un segnale in questa direzione riusciremo a darlo”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, parlando del tema della demografica e degli interventi nella prossima manovra alla festa del Foglio.
“Come ho detto qualche settimana fa in Consiglio dei ministri occorre fare sacrifici e rinunciare a qualche programma totalmente inutile. E quindi ho sollecitato tutti i colleghi” ministri “a pensare a qualche taglio da effettuare” in questo senso. “Se non ci saranno proposte il ministro dell’Economia farà la parte del ‘cattivo'”, ha detto ancora il ministro.
I “sacrifici” in riferimento alla manovra di Bilancio vanno considerati alla stregua delle rinunce che una persona eccessivamente in sovrappeso deve fare a beneficio della sua salute. È l’analogia a cui ha fatto ricorso il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, interpellato sulle polemiche attorno al termine “sacrifici” durante un’intervista in video collegamento con la festa del quotidiano il Foglio. “Faccio un esempio concreto: se una persona pesa 115 kg e il medico gli dice ‘guarda che starai molto meglio se pesi 90’. penso che la dieta non sia una cosa eccezionale. Uno preferirebbe mangiare e bere quello che gli pare, ma quando dopo questa dieta magari peserà 90 kg starà molto meglio anche lui”, ha detto.”Questo tipo di sacrificio lo faranno tanti ministeri, anche tanti enti pubblici e anche tanti enti pubblici non economici. Tutta quella realtà che vive di contributo pubblico e che deve rendersi conto cheogni euro che spende – ha avvertito Giorgetti – è un euro che si toglie a un cittadino o un’impresa che pagano le tasse”
“C’è un sindacato mondiale dei ministri dell’Economia e delle Finanze. Perché tutti i colleghi che incontro a livello europeo e e mondiale vivono lo stesso dramma che vivo io quando si tratta di fare la legge di Bilancio: i ministeri di spesa vogliono spendere e il ministro del bilancio deve assicurare con responsabilità che ci siano equilibrio tra entrate e spese. Se l’impostazione culturale è, come è vero per questa maggioranza, che non vogliano aumentare le tasse, e si vogliono ridurre, in automatico significa che bisogna ridurre le spese. Mi sembra una cosa banale, non serve avere un master a Yale”.
“Il taglio del cuneo fiscale che tutti sostenevano provvisorio diventerà strutturale. In questi giorni c’è stato uno stillicidio di interpretazioni, si tratta di aspettare fino a martedì e tutto sarà più chiaro”, ha spiegato alludendo al giorno in cui verrà inviato dal governo il documento di bilancio alla Commissione europea.
“Stiamo perfezionando gli incentivi fiscali a chi vuole restare al lavoro. Risponde non solo a un’esigenza di finanza pubblica ma anche al desiderio di chi ha più soddisfazione a lavorare che andare in pensione”, ha aggiunto Giorgetti sottolineando peraltro che “ci sono anche figure difficili da rimpiazzare dal punto di vista tecnico”. Si tratta, ha spiegato, di una “linea storica della Lega su cui Salvini concorda” e su cui aveva lavorato anche Roberto Maroni. Sullo stipendio di chi resta “magari lo Stato può accettare di rinunciare al versamento di contributi o ad altro”.
Sacrifici per lavorare in modo snello ed evitare sprechi li faranno “tanti ministeri, tanti enti pubblici, anche enti pubblici non economici, che vivono di contributo pubblico” e che devono rendersi conto che “ogni euro che spendono è un euro che tolgono a ogni cittadino e a ogni impresa che paga le tasse”.
Dopo il richiamo del ministro fonti della maggioranza fanno sapere che ammonterebbe a circa 3 miliardi l’obiettivo di spending review a cui il governo punta per reperire risorse utili alla manovra 2025.