AgenPress. “Finalmente sento per la prima volta pronunciare la parola guerra. Finora in occidente si è fatto fatica ad affermarlo. Israele dal sette ottobre ne è stato trascinato, e non parlo del conflitto israelo-palestinese che contestano i manifestanti in piazza”.
Queste le parole pronunciate dalla Senatrice Stefania Craxi, Presidente Commissione Affari Esteri e difesa del Senato, all’inizio del suo intervento in merito alla situazione Medio Orientale, durante la trasmissione ‘L’imprenditore e gli altri’ in onda su Cusano Italia Tv condotta da Gianluca Fabi.
Continua la senatrice “le vittime sono state due. I civili Iraniani e quelli Palestinesi, che ne hanno fatto le spese. Credo che nel momento attuale sia difficile raggiungere un cessate il fuoco, e credo che Israele punti all’eliminazione dei satelliti iraniani armati come Hezbollah e Hamas ma che al contempo stia cercando un punto debole nel regime iraniano.
È imperativo- aggiunge- aiutare Israele a vincere non la guerra ma la pace, e per far ciò bisogna puntare alla nascita di uno stato Palestinese”. E sulla situazione occidentale rispetto al conflitto afferma “è Innegabile che la leadership occidentale, in particolare quella USA, sia molto fragile complice anche la situazione elettorale in corso.
È altresì doveroso soffermarsi sul ruolo che sta giocando Israele rispetto al conflitto interno all’ Islam, ossia quello tra sunniti e sciiti. Bisogna ricordare-sottolinea la Sen. Craxi- come l’Iran stia minacciando le monarchie sunnite, e il conflitto faccia il gioco di quest’ultime, costrette di fatto a firmare gli accordi di Abramo a causa della sentitissima causa palestinese su cui l’Iran ha molto marciato” .
“Io credo-chiosa- che Israele infine cercherà di colpire Teheran. Complice l’evidente instabilità e insicurezza del regime mostrata anche durante l’uccisione del capo di Hamas Haniyeh dove si sono dimostrati carenti. Israele cercherà un punto di rottura”.
Conclude il suo intervento in merito alla possibile rinascita di un sentimento fondamentalista islamico “voglio dire che questo non è un dibattito tra guerrafondai e pacifisti. Tutti siamo preoccupati per le vittime civili nel conflitto, anche se purtroppo sono inevitabili. Pure gli errori del premier Israeliano Netanyahu sono evidenti, che allo scopo di dividere la Cisgiordania da Hamas ha solo favorito il suo fiorire sminuendo di fatto l’autorità nazionale Palestinese. Il tema conclusivo è però un altro-conclude- ossia il termine della guerra. Per far si che questo avvenga si deve garantire la sicurezza di Israele, mettendo al contempo i presupposti per la nascita di uno stato di Palestina. Senza questa prospettiva l’accordo non è fattibile”.