Preoccupa gap tracciabilità denunciato da Coldiretti
AgenPress. “Grave l’ipotesi contenuta nell’esposto di Coldiretti secondo cui l’alterazione dei prezzi del latte di bufala alla stalla, che sta mettendo in ginocchio l’intero settore nel Lazio per una presunta ‘eccedenza’ di prodotto, sarebbe invece dovuta all’uso illecito di latte e di cagliate provenienti dall’estero. Nell’attesa che le Autorità competenti verifichino quanto denunciato, la Giunta Rocca faccia la sua parte, convochi subito un tavolo con tutti gli attori coinvolti e dica quali azioni intenda intraprendere per rafforzare la tracciabilità della filiera produttiva del latte di bufala e tutelare il comparto”.
Così in una nota congiunta i consiglieri regionali Pd del Lazio, Eleonora Mattia, Sara Battisti, Mario Ciarla, Salvatore La Penna e Rodolfo Lena che sulla crisi del latte di bufala nel Lazio hanno presentato un’interrogazione.
“Si tratta di un settore che nella nostra regione conta oltre 352 allevamenti per circa 80mila capi, che producono più di mille quintali di latte di bufala al giorno, facendo del Lazio uno dei principali distretti produttivi a livello nazionale, con un impatto significativo non solo sull’economia locale, ma anche sulla reputazione del Made in Italy nel mondo – spiegano i consiglieri dem – .
Negli ultimi giorni diversi caseifici DOP non stanno ritirando il latte dai nostri allevatori, perché ce ne sarebbe troppo rispetto al fabbisogno. Ora invece si fa avanti l’ipotesi che questa ‘eccedenza’ potrebbe essere invece dovuta all’uso di latte e prodotti esteri. Se è questo il ‘Made in Lazio’ o il ‘Made in Italy’ che la Giunta Rocca e il Governo Meloni intendono promuovere in Italia e all’estero, si tratta – è il caso di dirlo – davvero di una ‘grande bufala’, per i consumatori e per gli allevatori”.