Piero Chiara. Lo scrittore che raccontò la seduzione da Casanova a d’Annunzio

- Advertisement -
- Advertisement -
AgenPress. Piero Chiara nel suo libro su Casanova scrive un incipit che ci offre subito la misura del viaggio nella conoscenza: “A Dux in Boemia (ora Duchov in Cecoslovacchia) non c’è più la tomba di Giacomo Casanova, ma solo una lapide, sul muro d’una cappella cimiteriale, alla quale l’ipocrisia ufficiale non può portare corone. Eppure l’Histoire de ma vie del Casanova è uno dei tre o quattro libri scritti da italiani che si leggono sempre e che sono conosciuti in tutto il mondo non soltanto dai letterati ma anche dai comuni lettori. Opera ineguagliabile per il suo valore di rappresentazione storica e d’indagine sul costume, l’auto-biografia dell’avventuriero veneziano è considerata, fuori d’Italia, un classico”. Un classico. Certamente un classico come Gabriele d’Annunzio. Ma restano i luoghi e le città che appartengono a un viaggio di tempo nel tempo. Tra Casanova e d’Annunzio Piero caro racconta anche il suo percorso letterario.
I luoghi, per uno scrittore, sono la conoscenza di una esistenza? Sempre. Quelli attraversati. Quelli vissuti. Restano. Sono la vera resistenza della memoria. Così in quelli di Piero Chiara, qui fotografati dalla scrittrice Stefania Romito. Piero Chiara e Luino sono una appartenenza. Il caffè , il lago,  le strade. Luino un’isola del vivere che resta nel pensiero.
La parola per raccontare. Il racconto per non dimenticare la parola. Tutto ha il linguaggio della parola. Così in Chiara nell’attraversare Casanova e d’Annunzio.
“Che cosa sono io, adesso? Uno zero. Che cosa posso essere domani? Domani posso risuscitare dai morti e ricominciare a vivere! Posso ritrovare in me l’uomo, fino a che non è ancora perduto!”. Mi ha sempre affascinato la vita di Piero Chiara. Un grande scrittore nel panorama di un Novecento letterario bistrattato e mal attraversato soprattutto dai modelli scolastici imperanti post anni Sessanta. Chi è stato Piero Chiara che oltre ad essere stato un poeta e scrittore è stato un biografo attento appunto di Casanova e d’Annunzio?
La sua vita è affascinante e andrebbe letta come una pagina di romanzo. Sono affascinanti i suoi romanzi e i suoi tagli di racconti che non descrivono ma narrano. Spaccati di una quotidianità che è fatta di cronaca e sensuali raccordi tra l’esistere negli intrecci dello scrivere e del vivere e il completo ozio.
Affascinante è il suo inquieto percorso scolastico fatto di bocciature. Addirittura viene bocciato in terza elementare e poi promosso con l’impegno di non iscriversi più alla scuola pubblica. Proprio vero la scuola distrugge i geni, anzi cerca di distruggere, e fa trionfare i mediocri e i conformisti.
Piero Chiara è un esempio emblematico. Riesce a stento a conseguire un diploma di perito. E la letteratura con la “perizia”?
Ebbene, sì! Viaggia, trasloca, si sposa, si risposa, cambia mestieri e racconta storie. Insomma per capirci Piero Chiara, oltre ai suoi romanzi e racconti e il suo viaggiare tra la pagina e la scrittura, è l’autore di due testi fondamentali: uno sulla vita di Gabriele D’Annunzio e un altro su Casanova.
Pensate un po’. La sensualità e l’estetica.
Su Casanova dirà: “Non è uno stile da letterato sedentario e misantropo, è uno stile da esaltatore della vita, che con la sua irrequietezza sembra prevedere l’europeo futuro. Nella letteratura italiana mancava allora non solo un buon romanzo in prosa, ma ancora l’idea di uno stile così veloce e denso di avvenimenti. L’azione si fonde al dialogo, il quale diventa azione interiore”. Racconta Casanova in un tempo in cui il passare degli oblii e degli amori vanno e vengono come le nuvole di Aristofane.
Piero Chiara porta sulla scena il raccontare sul lago. Era nato, infatti, a Luino.
Tra i suoi romanzi, molti di questi sono giunti sul grande schermo, spiccano per ironia e sobrietà, e mai per leggerezza, ed eleganza pur in alcuni spaccati in cui le storie si fanno invadenti. “Le corna del diavolo e altri racconti” offre una suggestiva impalcatura. Ma il fuoco si accende quando Chiara pubblica “Il cappotto di astrakan” o  “La stanza del vescovo” o “Una spina nel cuore” o “Vedrò Singapore?”. Ma Piero Chiara nasce come poeta.
Già, i peggiori scolari sono i poeti. Chissà perché? Perché hanno una fantasia incantata e sono sempre degli irregolari. Sarà? Chiara, dunque, nasce come poeta con una raccolta: “Incantavi” che risale al 1945. Verrà ripubblicata nel 2013 con l’aggiunta di altri versi.
D’Annunzio e Casanova sono i pilastri della sua formazione. “Il vero Casanova” esce nel 1977. Si tratta di uno dei primi testi, tutta la sua vita sarà incardinata nella lettura e interpretazione di Giacomo. Perché si interessò a Casanova e perché d’Annunzio?
Scriverà su Casanova: “Intorno al Casanova lavorano da più di un secolo la critica e l’erudizione, ma il più vasto consenso egli lo trova in chi si limita a cercare nelle sue pagine l’esaltazione della giovinezza e della libertà, l’affermazione dell’autonomia individuale e la difesa aperta di una spregiudicata filosofia della vita: quello che ognuno vorrebbe conseguire nel segreto delle proprie quasi inconsce aspirazioni e che tutti si contentano di sognare, disapprovando e condannando, lungo l’itinerario spettacolare di una vita come quella del Cavaliere di Seingalt.
Assieme all’Aretino, al conte di Villamedjana (o Don Giovanni Tenorio) e al marchese de Sade, egli completa e perfeziona lo schema europeo della mitologia erotica, ponendosi tra i simboli e le indicazioni convenzionali di una corrente psicologica dell’amore che non è certo priva di esempi”.
Esempi che restano come archetipi. Come il suo legame con la vita di d’Annunzio. Cronaca e letteratura dentro una biografia. Quale potrebbe essere il legame tra Casanova e d’Annunzio?
Al 1978 appartiene la sua vita su D’Annunzio. Tra i due viene coerente la figura di Giovanni Boccaccio. Infatti farà una scelta di dieci novelle del “Decamerone” del Boccaccio nel 1984. Restano sigilli i racconti di Pierino, soprattutto quelli al mercato di Luino.
Affascinante la sua scrittura perché è stata misteriosamente affascinante la sua vita e sulle sue labbra sempre una goccia di ironico sorriso. Attore anche lui in molte traduzioni cinematografiche dei suoi romanzi. Un giocatore perfetto. Biliardo e palline da equilibrare tra gli angoli. Mai un rimpianto di troppo nei suoi scritti e tanto meno una nostalgia
affaticata.
Infatti con il suo elegante stile dirà: “Ritornare sui posti della vita passata a compiere verifiche e rievocazioni è sempre un passo sbagliato. Non si aggiunge nulla ai ricordi e anzi si guasta il lavoro della memoria, si confondono le immagini già chiare che il tempo ha composto e si smentisce la pura verità della favola nella quale tutto può ancora vivere. Ma si vuole forse ritornare proprio per farla finita coi ricordi, per rimestarli, appesantirli, metterli in condizione di colare a fondo e di perdersi finalmente nel passato. È col ritorno che si pone per sempre una pietra sugli anni che non ci somigliano più.”.
Il ricordare non è mai un ritornare. E con un solo colpo ammazza le nostalgie. Bene. La bellezza è anche saper guardare con distacco i luoghi e il mondo che credevamo nostro. Uno studioso di Casanova, D’Annunzio e Boccaccio.
Uno dei concetti di Casanova che spesso si intreccia nel narrare non può che essere questa: “L’uomo più felice è quello che conosce meglio l’arte di rendersi tale senza venir meno ai propri doveri, e il più infelice è quello che ha scelto un modo di vivere che lo costringe a fare ogni giorno, dal mattino alla sera, malinconiche riflessioni sull’avvenire”.
Un amante che ha saputo sfidare l’amore, ma la gentilezza è stata sempre nella sua nobiltà di pensiero tanto da sottolineare: “Il vero gentiluomo, anche se perdesse tutte le sue sostanze, non deve agitarsi. I denari devono essere a tal punto più in basso della sua qualità di gentiluomo da non metter conto che egli se ne dia pensiero.”.
Insomma un De Curtis (Totò) che è attraversato da D’Annunzio. Il grande scrittore si nota immediatamente. Piero Chiara è stato un grande scrittore. Era nato il 23 marzo del 1913 a Luino e morto a Varese il 31 dicembre del 1986. Su Chiara ci ritorneremo perché il fascino e il mistero sono le vere coordinate di una letteratura che supera gli steccati della storia. Ed io credo in questa letteratura.
Ed ora che ho cercato di raccontare uno scrittore vero come Piero Chiara mi ritornano le immagini, i luoghi il passeggiare. Foto scattate come se fossero esistenza. Come se fossero? Sono e restano esistenza. Un immaginario che è scrittura! Mettere insieme questi personaggi diventa fondamentale. Da Casanova a d’Annunzio? Ci sarà una visione comparata sul piano del legame tra letteratura e seduzione?
Chiara su : “Di un uomo e di una vicenda simile è quindi naturale che tutto si voglia conoscere, e la pubblicazione integrale dell’Histoire, benché pochi lumi possa portare alla storia del mito, è calcolabile non solo nel quadro di una completa critica casanoviana, ma anche come verifica di una fisionomia morale”. Dunque. Casanova resta un classico? Certamente. Perché si Chiara si dedicò al veneziano e a d’Annunzio? Interrogativo che resta. Credo che dall’interesse su Casanova e d’Annunzio nasce la sua visione letteraria.una visione articolata ma comparata tra vita e scrittura.
Pierfranco Bruni 
- Advertisement -

Potrebbe Interessarti

- Advertisement -

Ultime Notizie

- Advertisement -