On. Giagoni (Lega) sul caso dei direttori del Ministero della Giustizia

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AgenPress. Non si possono voltare le spalle a coloro che stanno difendendo un profilo professionale importante come quello dei direttori del Ministero della Giustizia e che contribuiscono a garantire il buon funzionamento degli uffici giudiziari.
«In attesa dei tavoli di concertazione tra Ministero e Sindacati – afferma il deputato Dario Giagoni -, è importante fare chiarezza, capire quale sia il percorso giuridico-amministrativo-professionale da intraprendere e in cui convergere le aspettative delle parti, per evitare un appiattimento verso il basso delle qualifiche, garantendo una giusta valorizzazione del personale».
Sulla querelle, evidenziata a più riprese dal “Coordinamento nazionale Direttori Giustizia”, l’onorevole (Lega) ha presentato un’interrogazione parlamentare: «Ho chiesto al Ministro della Giustizia se, nell’ottica di una naturale evoluzione del loro percorso, intenda valutare l’opportunità di adottare iniziative volte a inquadrare i 1.600 direttori del Ministero della giustizia (attualmente in servizio), nell’Area IV delle «Elevate professionalità», famiglia dei direttori, salvaguardando le mansioni da loro espletate sinora, pur essendo inquadrati in una categoria inferiore rispetto a quella del loro ruolo effettivo».
Oggi, 1.600 direttori del Ministero della giustizia appartengono all’Area III dei servizi amministrativi e contabili, anche se le loro mansioni richiedono una preparazione e responsabilità superiori a quella dei «semplici» funzionari.
«Sto chiedendo chiarimenti al Ministro – spiega Giagoni -, perché anche come membro della Commissione parlamentare del Lavoro, vorrei capire se nella bozza del Ministero della giustizia del 25 luglio 2024 sia effettivamente ipotizzato l’accorpamento di queste figure professionali nell’Area dei funzionari amministrativi e contabili».
Secondo il Contratto collettivo nazionale del lavoro Comparto funzioni centrali, per l’accesso all’Area elevate professionalità è indispensabile la laurea magistrale, requisito di cui tutti i direttori attualmente in servizio sono in possesso (per l’accesso all’Area funzionari è sufficiente la laurea triennale). «La figura del direttore è un’indispensabile figura cardine – conclude il deputato -, di «cuscinetto» tra i vertici dell’ufficio e il restante personale. E credo che per fare chiarezza sulla querelle sia bene esaminare la questione anche in Parlamento».
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