Pensioni Sicurezza/Difesa: “Basta sacrifici, non siamo il salvadanaio del Governo”

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AgenPress. Fonti di stampa e voci sempre più insistenti indicano l’introduzione di una “normetta” che consentirebbe al personale delle FF.OO./FF.AA. di prolungare il servizio oltre i 60 anni, apparentemente su base volontaria. Tuttavia, conosciamo fin troppo bene l’adagio italiano secondo cui nulla è più definitivo del “volontario” o “provvisorio” per non riconoscere la trappola che il governo sta preparando.
I contrattualizzati del comparto Sicurezza/Difesa hanno già pagato un prezzo altissimo, a partire dal blocco stipendiale quadriennale, il congelamento del turnover e l’attuale contratto in discussione, che non recupererà nemmeno un terzo della perdita del potere d’acquisto dovuta all’inflazione e agli scenari di guerra. Ora non possiamo subire un’ulteriore mannaia senza reagire.
La tanto decantata “specificità” del comparto ha senso solo se riconosce che, oltre una certa età, non si può pretendere dai sessantenni di gestire ordine pubblico e indagini contro la criminalità. Al governo consigliamo di ascoltare meno i profeti del rigore e della cassa, e di dare più attenzione ai sindacati che vivono la realtà quotidiana di questa professione unica.
I sindacati rappresentativi, che siederanno al tavolo delle trattative a Palazzo Vidoni, devono rifiutare questa “polpetta avvelenata”. Se la accettassero, proporremmo di utilizzare gli ultrasessantenni solo nei servizi di scorta ai governanti o per la vigilanza dei palazzi del potere, sempre che lo Stato preferisca ancora affidarsi a noi e non alle agenzie private.
Così in una dura nota il Segretario Generale del SIM Guardia di Finanza, Luigi Credentino, insieme alla sua Segreteria Nazionale.
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