6 anni di carcere per Salvini. Oscar Camps (fondatore della ONG Open Arms): “Siamo contenti di questa richiesta”

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Processo a carico di Matteo Salvini per il caso Open Arms 

AgenPress. 6 anni di reclusione oltre alle pene accessorie questa la richiesta dei pm della Procura della Repubblica di Palermo per Matteo Salvini, imputato del processo per il caso Open Arms, in riferimento alla missione 65 della ONG svoltasi ad agosto del 2019.
Intenzionale e consapevole spregio delle regole e diniego consapevole e volontario verso la libertà personale di 147 persone” questa la motivazione dei pm che hanno chiesto l’affermarsi della penale responsabilità dell’imputato con vincolo della continuazione tra i due reati.
«Siamo contenti di questa richiesta e ci siamo emozionati quando i pm hanno dedicato la requisitoria alle persone soccorse. – ha detto Oscar Camps, fondatore della ONG Open Arms – Quello di oggi è un importante passo di questo grande processo, sono passati 5 anni dalla missione 65 di Open Arms, condotta nell’agosto del 2019, e sono 3 anni dall’inizio del processo a carico di Matteo Salvini: il 18 ottobre ci sarà la sentenza. Quello di oggi è un giorno importante per la giustizia italiana ed europea. Il caso Open Arms è un caso particolare e unico, differente dai processi avvenuti a carico delle ONG: in questo caso fu impedito lo sbarco in Italia in modo volontario e arbitrario dal Ministro e il TAR annullò il decreto di Salvini per l’ingresso (il transito e la sosta) in acque italiane. E ciò nonostante il POS, ovvero il luogo sicuro di sbarco, fu assegnato a distanza di una settimana da quel provvedimento. Questa ultima azione fu talmente grave che la Procura dovette intervenire per far sbarcare le persone a bordo della Open Arms. È dunque un caso senza precedenti. Inoltre, nel corso del processo è stato dimostrato come le attività della nostra organizzazione furono sorvegliate dalla Marina Militare, con un sottomarino, e trasmesse al Viminale. Questi filmati, operati da un sommergibile della Marina e presi in visione durante le udienze del processo, mostrano come non ci sia stato un intervento istituzionale mirato al soccorso delle persone a bordo ma solo la volontà di filmare azioni o omissioni che potevano essere imputabili.» ha concluso Oscar Camps.
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