AgenPress – Al rientro dalle vacanze (per chi se le è potute permettere), ad attendere le famiglie non c’è solo il caro scuola: come ogni anno, l’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, ha calcolato l’importo della stangata autunnale. Nonostante i costi dei beni energetici in discesa, la spesa complessiva per i mesi autunnali aumenta. Si prospetta, infatti, un autunno “caldo” sul fronte dei prezzi, specialmente a causa della tariffa dei rifiuti e degli aumenti nel settore alimentare (in cui non a caso si continuano ad operare tagli e rinunce).
Nel dettaglio, le famiglie, dovranno far fronte a una stangata di 2.970,35 euro, +45,65 euro rispetto all’autunno 2023 (in cui si erano registrati notevoli aumenti). Le voci di spesa considerate in questo conto salato riguardano le bollette, la TARI, le spese per il riscaldamento, per il materiale scolastico e per la salute (visto che molti rimandano al rientro dalle vacanze l’appuntamento con visite e accertamenti). Purtroppo, proprio in relazione alle spese per visite ed esami medici, è opportuno sottolineare come, drammaticamente, l’aumento dei costi (del +1,4%) si traduca in una progressiva rinuncia alle cure (nei giorni scorsi, il report Deloitte ha denunciato come, il 29% del campione intervistato, ha dichiarato di aver dovuto rinunciare a delle cure negli ultimi 12 mesi).
A queste cifre onerose si aggiungono i rincari sul fronte dell’alimentazione, che nell’autunno, faranno lievitare la spesa per tale voce a 1.629 euro. Una nota positiva viene, invece, sul fronte dei carburanti, che rispetto al picco dello scorso anno registrano una diminuzione (anche se non sufficiente, visto che secondo le nostre stime, con il cambio Euro/Dollaro e il costo del barile ai valori odierni, la benzina dovrebbe costare circa 8 centesimi al litro in meno rispetto al prezzo attuale).
Nella situazione di difficoltà in cui ancora si trovano molte famiglie, questi costi risulteranno estremamente onerosi e, per alcuni, insostenibili. Ma le ripercussioni di questa stangata non si percepiranno unicamente sulle condizioni di vita delle famiglie: rischiano, infatti, di dare un duro colpo al nostro sistema economico, abbattendosi sulla domanda interna e, quindi, sull’intero sistema produttivo.
Per questo è opportuno che il Governo, tra scandali, propaganda e “concessioni” alla lobby dei balneari, torni a occuparsi dei cittadini, adottando misure in grado di sostenere le famiglie e contenere i rincari, attraverso:
- la rimodulazione dell’Iva sui generi di largo consumo;
- la promessa e mai realizzata riforma delle accise e degli oneri di sistema su beni energetici e carburanti;
- la creazione di un Fondo di contrasto alla povertà energetica e una determinata azione di contrasto alla povertà alimentare;
- la disposizione di maggiori aiuti per affrontare le spese relative alla scuola;
- l’avvio di misure per riequilibrare le disuguaglianze esistenti, prima di tutto attraverso un rinnovo dei contratti, una giusta rivalutazione delle pensioni, la resa strutturale del taglio del cuneo fiscale e una riforma fiscale equa, davvero tesa a sostenere i redditi medio-bassi e non a sostenere soltanto i redditi da lavoro autonomo e quelli più elevati.