AgenPress – “Cambiare le regole delle detrazioni fiscali, nel nostro paese, e, a prescindere dai redditi, dare la possibilità a chi ha più figli a carico di pagare meno tasse, anche a costo di eliminare o rivedere alcune detrazioni fiscali alle persone che non hanno figli per aumentarle invece a chi fa figli”.
E’ il progetto al quale starebbe lavorando il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che viene riportato in prima pagina in un articolo de Il Foglio, firmato dal direttore Claudio Cerasa, che ipotizza in sostanza “un quoziente familiare per le detrazioni, con un costo del provvedimento già stimato tra i cinque e i sei miliardi di euro”.
Il ministro Giorgetti ha già portato il tema all’attenzione del presidente del Consiglio. E – prosegue il quotidiano – “a tutti gli avversari politici che fingeranno di non capire il problema Giorgetti proverà a spiegare che la denatalità non è un problema sociale ma è un dramma economico. Non ci sono ricette perfette, vero, ci sono solo ricette imperfette che possono scontentare qualcuno. Ma se l’Italia non farà qualcosa per invertire la rotta, e mostrare il senso dell’emergenza, significherà che il nostro paese, come detto due giorni fa Draghi parlando dell’Europa, si arrenderà, per non voler cambiare, a “una lenta agonia”. Meno tasse (e più detrazioni) per chi fa figli: se non ora quando?”.
L’articolo parla del progetto come di “un’idea decisamente ambiziosa e potenzialmente dirompente per provare a dare seguito a un punto importante contenuto nella relazione sulla competitività consegnata due giorni fa da Mario Draghi alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen – rapporto, a quanto dicono, molto apprezzato dal ministro dell’Economia”. Mario Draghi tra le due indicazioni ha infatti posto l’accento sul dramma della denatalità, anche in chiave competitiva: l’Ue, ha detto l’ex premier, “sta entrando nel primo periodo della sua storia recente in cui la crescita non sarà sostenuta da un aumento della popolazione, e si prevede che entro il 2040 la forza lavoro si ridurrà di quasi due milioni di lavoratori l’anno”.