Ignazio Marino: “La salute mentale è tanto importante quanto la salute fisica”

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AgenPress. Ignazio Marino, ex sindaco della Capitale, oggi europarlamentare per Alleanza Verdi-Sinistra, è intervenuto questa mattina in diretta a “L’Italia s’è desta“, il programma in onda su Radio Cusano Campus.

Salute mentale e la necessità di maggiori investimenti.

Rispondendo a una domanda sulla responsabilità dello Stato riguardo i problemi di salute mentale, Marino ha affermato: “È fondamentale ricordare ciò che abbiamo fatto nel 2012-2013 per chiudere i manicomi criminali, che erano luoghi di detenzione, non di cura. La salute mentale merita la stessa attenzione e gli stessi investimenti della salute fisica. Oggi c’è un vuoto assistenziale per i giovani tra i 14 e i 18 anni, troppo adulti per la neuropsichiatria infantile e troppo giovani per i centri di salute mentale per adulti. Questo vuoto impedisce l’identificazione precoce di problemi che possono aggravarsi con il tempo.”

Il ruolo delle Istituzioni e le disparità regionali.

Quando gli è stato chiesto come colmare questo vuoto, Marino ha risposto: “Dobbiamo ricordare a chi gestisce il servizio sanitario nazionale che la salute mentale è un problema cruciale. Il sottofinanziamento cronico, unito alle disparità regionali, crea situazioni drammatiche. Ci sono regioni, come Calabria o Sicilia, dove i problemi di salute mentale non trovano risposte adeguate, mentre altre città come Trieste offrono assistenza continua, 24 ore su 24. La mancanza di personale specializzato e le lunghe liste d’attesa sono un problema, ma lo è anche il tabù culturale legato alla salute mentale, che scoraggia molti giovani dal cercare aiuto.

Prospettive future sulla salute mentale.

Infine, Marino ha sottolineato l’importanza di un’azione coordinata a livello europeo: “Proprio oggi presenterò al Parlamento Europeo una proposta sulla salute mentale negli adolescenti. La pandemia ha aggravato le difficoltà di questa fascia d’età, e purtroppo, a livello europeo, investiamo solo l’1% del PIL in questo settore, una cifra insufficiente per affrontare i bisogni reali.”

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