AgenPress. Viaggiare in treno questa estate è stato per molti sinonimo di ritardi e disagi sia per i pendolari che per i turisti. Ma quali sono le ragioni alla base di questi disservizi? Come tutelarsi?
“I ritardi ferroviari che molti di noi sperimentano quotidianamente sono causati principalmente da due fattori: lavori di manutenzione e incidenti sulle linee. – dichiara Davide Zanon, Segretario Regionale di CODICI Lombardia -. Questi problemi sono, a loro volta, strettamente collegati all’obsolescenza sia dei treni che delle infrastrutture ferroviarie. Molte delle linee ferroviarie e dei mezzi di trasporto presenti sul territorio italiano risalgono a diversi decenni fa ed il naturale invecchiamento di queste, comporta una maggiore frequenza di guasti e di interventi manutentivi. Questi interventi sono essenziali così come lo è investire nella manutenzione e nell’aggiornamento delle infrastrutture al fine di migliorare l’affidabilità del servizio e ridurre i disagi nel lungo termine. Sorge spontaneo chiedersi come mai nonostante il PNRR abbia stanziato oltre 50 miliardi di euro per le ferrovie e vi siano a disposizione anche i fondi di coesione UE, tali lavori non siano ancora stati svolti o completati”.
A fronte di tali disservizi ai viaggiatori però, sia di Trenitalia così come delle altre compagnie di trasporto operative sul territorio italiano, sono riconosciuti rimborsi proporzionali al disagio patito, purché la richiesta venga avanzata entro un anno dal viaggio.
Nel caso di Trenitalia le richieste di rimborso possono essere avanzate compilando un modulo apposito sul sito della compagnia o, in alternativa, in qualsiasi biglietteria. Occorre, però, fare una distinzione tra treni di media o lunga percorrenza e regionale o intercity:
Per quanto riguarda i primi se il ritardo è compreso tra i 30 e i 59 minuti i viaggiatori hanno diritto ad un buono del 25% del prezzo del biglietto, se invece il ritardo è superiore i viaggiatori hanno diritto ad un rimborso del 25% o 50% a seconda del ritardo.
Per quanto riguarda i secondi se il ritardo è compreso tra i 60 e i 119 minuti i viaggiatori hanno diritto ad ottenere un rimborso del 25% (se regionale, il biglietto deve costare almeno 16 euro) se, invece, il ritardo è superiore ai 120 minuti i viaggiatori avranno diritto ad un rimborso del 50% (se regionale, il biglietto deve costare almeno 8 euro).
“Non esiste un dato preciso sui ritardi dei treni in Italia – continua Zanon –. Nel rapporto di Trenitalia i dati vengono suddivisi per fasce orarie ed i ritardi fino a 60 minuti vengono ricompresi in un unica fascia, rendendo di difficile comprensione i dati. Auspichiamo che Trenitalia si impegni a rendere la consultazione dei propri dati più trasparente e proficua. Ad ogni modo ricordiamo ai consumatori che in caso di difficoltà con il riconoscimento di un rimborso è sempre possibile inviare un reclamo alla società ed avviare successivamente una conciliazione.”