Istat. 84,3% laureati trovano lavoro, diplomati solo 73,3%. Donne più istruite e meno occupate

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AgenPress – In Italia il diploma è considerato il livello di formazione minimo indispensabile per una partecipazione al mercato del lavoro che abbia potenziale di crescita professionale.
In Italia, nel 2023, il 65,5% dei 25-64enni ha almeno un titolo di studio secondario superiore, quota in crescita di 2,5 punti percentuali rispetto al 2022 (63.0%). Il valore, simile a quello spagnolo (64,2%), resta decisamente inferiore al tedesco (83,1%), al francese (83,7%) e a quello medio Ue27 (79,8%).

In crescita anche la quota di chi ha conseguito un titolo di studio terziario (21,6%, +1,3 p.p. rispetto al 20,3% del 2022), che tuttavia rimane più bassa della media europea (35,1%) ed è circa la metà di quella registrata in Francia e Spagna (42,4% e 41,4% rispettivamente).

Tra i 25-64enni, il tasso di occupazione dei laureati nel 2023 è 11 punti percentuali più alto di quello dei diplomati (84,3% e 73,3%, rispettivamente). Lo rileva l’Istat spiegando che il gap sale a 15,7 punti tra gli under 35 che hanno conseguito il titolo da uno a tre anni prima (75,4% e 59,7% rispettivamente). Nell’indagine si rileva che quando i genitori hanno un basso livello di istruzione quasi un quarto dei giovani (24%) abbandona precocemente gli studi e poco più del 10% raggiunge il titolo terziario, Se almeno un genitore è laureato, al contrario, le quote diventano rispettivamente 2% e circa 70%.

Le donne in Italia sono più istruite degli uomini: nel 2023, il 68,0% delle 25-64enni ha almeno un diploma o una qualifica (62,9% tra gli uomini) e coloro in possesso di un titolo terziario raggiungono il 24,9% (18,3% tra gli uomini). Le differenze di genere risultano più marcate di quelle osservate nella media Ue27.
Il vantaggio femminile nell’istruzione non si traduce in un vantaggio lavorativo: il tasso di occupazione femminile è molto più basso di quello maschile (59,0% contro 79,3%). Al crescere del titolo di studio, i differenziali occupazionali di genere si riducono: 32,3 punti percentuali per i titoli bassi (36,8% e 69,1% i tassi di occupazione femminili e maschili), 21,6 p.p. per i medi (62,4% e 84,0% i rispettivi tassi) e 6,9 p.p. per gli alti (81,4% e 88,3% i tassi di occupazione). Il divario di genere si riduce per effetto dell’aumento
dei tassi di occupazione femminili più marcato di quelli maschili all’aumentare del livello di istruzione raggiunto: il tasso di occupazione tra le laureate è infatti di 19,0 punti percentuali superiore a quello delle diplomate (soli 4,3 p.p. tra gli uomini) e tra le diplomate è di 25,6 punti percentuali più elevato di quello tra le donne con al massimo la licenza media inferiore (14,9 p.p. tra gli uomini).
Anche le differenze con la media europea si riducono significativamente all’aumentare del livello di istruzione: tra le donne con basso titolo di studio il tasso di occupazione è inferiore di 10,2 punti percentuali a quello medio Ue27 (36,8% contro 47,0%), differenza che scende a 9,2 p.p. per i medi (62,4% contro 71,6%) e a 3,8 p.p. tra coloro con titolo di studio terziario (81,4% verso 85,2%).

 

 

 

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