Corrotto con 22mila euro, borse di lusso, noleggi auto. Arrestato comandante dei carabinieri Oreste Liporace. Ai domiciliari un imprenditore

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AgenPress –  Il generale dei carabinieri  Oreste Liporace è stato arrestato per corruzione in una gara da 700.000 euro nel dicembre 2019-dicembre 2021 per le pulizie della Scuola sottufficiali dell’Arma a Velletri, dove è comandante dei carabinieri del secondo reggimento allievi, marescialli, brigadieri. L’accusa è corruzione, turbativa e false fatture.

Stando all’ordinanza del gip Domenico Santoro, il generale sarebbe stato corrotto con 22mila euro, borse di lusso, noleggi auto, biglietti per lo stadio Olimpico e per la Scala di Milano.

Ai domiciliari è finito anche Ennio De Vellis, “imprenditore collegato” a Liporace, ma anche agli imprenditori e fratelli Massimiliano e William Fabbro della Fabbro spa., gli imprenditori (a capo di un gruppo da 130 milioni di fatturato) aggiudicatisi l’appalto della Scuola carabinieri nel 2019 e poi con nove proroghe per il Covid.

L’inchiesta nasce da quella per corruzione che in passato a Milano aveva portato all’arresto di Massimo Hallecker, dipendente di Fiera Milano spa, scattata proprio dalla denuncia di quest’ultima società. Indagine dalla quale erano già venute a galla nel 2022 le “figure degli imprenditori” Fabbro. E’ emersa, poi, una “relazione” di interessi tra i due fratelli Fabbro e il generale Liporace, documentata anche da “chat acquisite”.

E poi ci sono altri 15 milioni di euro di appalti di ristorazione della Presidenza del Consiglio sotto inchiesta per l’ipotesi di reato di traffico di influenze illecite perché assegnati nel febbraio 2020 a un’azienda (la stessa vincitrice della gara per la Scuola) che, per essere ammessa alla ristretta cerchia degli invitati alle commesse del Dis-Dipartimento informazioni e sicurezza, nel 2018-2020 ha pagato 165.000 euro all’imprenditore dei traslochi nella sua veste di intercessore nel mondo degli appalti degli 007.

Chat, interrogatori, audizioni di testimoni ed esame di false fatturazioni hanno così consentito agli inquirenti di mettere in correlazione l’appalto della Scuola carabinieri con quattro tipi di tangenti pagate dagli imprenditori Fabbro al generale Liporace: 22.000 euro mascherati sotto forma di canoni pagati dall’azienda dei Fabbro per l’affitto di una foresteria in periferia a Roma di proprietà di una società della sorella del generale, borse di Louis Vuitton regalate al generale in tre occasioni per complessivi 11.300 euro, alcuni biglietti per partite di calcio allo Stadio Olimpico a Roma e un biglietto per uno spettacolo al Teatro alla Scala di Milano, e la messa a disposizione di un servizio di autonoleggio con conducente per un soggiorno milanese di tre giorni del generale con i suoi familiari. De Vellis, invece, è accusato di turbativa d’asta nell’appalto della Scuola carabinieri per avere aiutato il generale e i Fabbro a trovare altre (fintamente interessate) aziende che potessero comporre la griglia di società invitate dalla stazione appaltante ma che o non presentassero offerte o formulassero offerte di poco peggiori di quella dei Fabbro.

 

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