Filippine. Inchiesta del Parlamento sulla “guerra alla droga” dell’ex presidente Duterte

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AgenPress. Le Filippine hanno avviato un’indagine sulla “guerra alla droga“, la campagna di stato realizzata  dall’ex presidente Rodrigo Duterte negli anni della sua presidenza.

Quella campagna che intendeva sradicare il fenomeno dello spaccio di droga dalle periferie delle grandi città causò circa 30.000 morti.

L’inchiesta ha previsto diverse udienze: in alcune sono stati ascoltati i familiari  della vittime; in altre udienze sono comparse persone coinvolte come funzionari pubblici; tra costoro, è stato convocato anche l’ex presidente Duterte: ideatore e promotore della campagna.

Tra le persone ascoltate, il colonnello della polizia Jovie Espenido, noto per il suo coinvolgimento ai raid della guerra alla droga che ha ammesso che sono state commesse violazioni dei diritti umani.

È stata invitata a testimoniare anche l’ex senatore e ministro della giustizia Leila de Lima, che aveva aspramente  criticato la campagna  prima di essere arrestata nel 2017 per presunta corruzione: la donna ha  trascorso sei anni in carcere, dopo di che che a è stata prosciolta da tutte le accuse penali.

Il  Senatore Bato Dela Rosa che, prima delle elezioni, è stato il primo capo della Polizia sotto il governo di  Duterte, chiamato ad attuare la “guerra alla droga”, ha rinunciato a testimoniare davanti alla Commissione ma,  durante una udienza in Senato, ha definito tale politica dell’ex presidente “un abuso”.

Anche l’attuale presidente Ferdinand  Marcos jr ha affermato che durante la “guerra alla droga” di Duterte sono stati perpetrati “abusi da parte di alcuni elementi del governo”.

Tuttavia Marcos ha difeso Duterte dall’inchiesta della Corte penale internazionale (CPI), insistendo  sul fatto che la CPI non ha giurisdizione nel paese.

L’organizzazione internazionale per i diritti umani “Amnesty International” ha affermato che gli omicidi compiuti nel corso della “guerra alla droga” erano di natura “deliberata e sistematica” e sembravano far parte di un “attacco orchestrato dal governo contro i poveri”.

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