Israele. Appello dell’ex ostaggio Noa Argamani. Non dimentichiamo gli ostaggi che sono nelle mani di Hamas

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AgenPress – “Sono stata rapita (e portata a) Gaza il 7 ottobre. Sono stata tenuta prigioniera da Hamas per otto mesi e sono stata salvata dalle forze di sicurezza l’8 giugno. Come figlia unico dei miei genitori con madre affetta da una malattia terminale, la mia più grande preoccupazione durante la prigionia era per loro. È un grande privilegio essere qui dopo 246 giorni di prigionia da parte di Hamas, essere accanto a mia madre dopo otto mesi di incertezza. È un grande privilegio vedere i miei genitori circondati da così tante brave persone”.

“Grazie ad Arnon siamo qui”, ha aggiunto Noa Argamani, ricordando con gratitudine l’ispettore capo dell’unità antiterrorismo Yamam rimasto ucciso nell’operazione.

“Sono in lutto con la famiglia di Arnon Zamora, caduto durante l’operazione di salvataggio di me e di altri tre ostaggi. Il mio cuore è con la sua famiglia. Arnon è l’eroe di Israele e grazie a lui siamo qui”, ha aggiunto.

“Anche se sono a casa, non possiamo dimenticare coloro che sono ancora a Gaza”. N

“La principale preoccupazione durante la prigionia erano i miei genitori”, ha aggiunto la giovane riferendosi alla delicata situazione in cui si trova sua madre, malata terminale di cancro. “E’ un grande privilegio essere accanto a mia madre dopo 8 mesi di incertezza”, ha detto nel video trasmesso in quella che oggi è conosciuta come la “piazza degli ostaggi” a Tel Aviv, punto di partenza delle proteste settimanali contro il governo e per il rilascio degli ostaggi.

Il suo caso è stato uno dei più noti dopo che sui social divenne virale il video in cui i miliziani armati di Hamas la trascinavano via in motocicletta il 7 ottobre sotto gli occhi del fidanzato tutt’ora in mano ad Hamas.

Anche oggi le famiglie degli ostaggi hanno protestato nuovamente davanti al quartier generale militare di Kirya a Tel Aviv, per chiedere al governo israeliano di concludere un accordo con Hamas che consenta la liberazione dei loro cari. In centinaia di manifestanti hanno bloccato il traffico allo svincolo di Amiad nell’alta Galilea come parte delle proteste antigovernative settimanali che si svolgono in tutto Israele per chiedere elezioni anticipate.

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